Gli avvocati Emilio Nicola Buccico e Donatello Cimadomo, difensori del dr. Marcello Pittella, preso atto delle motivazioni del Tribunale del Riesame, proporranno ricorso per Cassazione.
Dalle motivazioni – precisano in una nota – emerge un quadro indiziario lacunoso privo di elementi di novità rispetto alla ordinanza che ha portato agli arresti domiciliari.
Le argomentazioni restano meramente congetturali, inidonee a giustificare la restrizione della libertà personale del dottor Marcello Pittella.
Il ricorso per Cassazione – aggiungono i difensori – appare necessario al fine di ottenere una pronuncia che riconosca l’infondatezza della tesi accusatoria.
Nessuna novità, dunque, nelle motivazioni del Riesame rispetto a quelle addotte dal Gip per giustificare il provvedimento degli arresti domiciliari per il Presidente Pittella.
Cosa sostenne il Gip nel provvedimento?
L’esigenza cautelare venne motivata per ‘il concreto pericolo di reiterazione’ dei reati di abuso d’ufficio e falso, ‘solo che si consideri che negli ultimi giorni ha manifestato la volontà di ricandidarsi a governatore della regione Basilicata’ e ‘in questo modo continuerà a favorire i suoi accoliti per un vantaggio di tipo elettorale”.
Motivazione che destò, Fra l’altro, “stupore e forte perlessità” in Gennaro Migliore, capo gruppo del Pd in commissione Affari costituzionali alla Camera e già sottosegretario alla Giustizia.
“Ho la sensazione – sostenne – che le scelte giudiziarie possano essere condizionate e a sua volta condizionare, comunque intrecciarsi con le vicende di carattere elettorale.
Trovo che il richiamo all’appuntamento elettorale sia stato involontariamente inopportuno: Cosa vuol dire?”, si chiese Migliore, che aggiunse: “Forse che se Marcello Pittella non si fosse ricandidato non avrebbe rischiato l’arresto?
Le esigenze cautelari per un presunto reato possono essere motivate dalla partecipazione a un appuntamento elettorale?
I criteri per i quali un cittadino possa o meno candidarsi sono stabiliti per legge, per altro molto restrittiva come la Severino, così come è responsabilità del partito che candida verificare quali siano le possibili incompatibilità politiche”.