“La seduta del Consiglio comunale di Potenza del 30 luglio scorso ha segnato la fine della democrazia. Non mi interessano gli argomenti discussi, che pure erano importanti, mi interessa molto di più il fatto che non è stata data alcuna possibilità di confronto e partecipazione alle opposizioni”.
È quanto dichiara Carmine Croce, componente commissione regionale Garanzia del Partito democratico.
“Cominciare la seduta, aprire la “discussione”, votare e chiudere il Consiglio in 15 minuti e per di più alle 8.30 di mattina mi sembra alquanto strano così come la presenza dei soli consiglieri di maggioranza.
Avrei desiderato e sperato – aggiunge Croce – che il Segretario cittadino del partito a cui appartengo stigmatizzasse l’accaduto ed invece assoluto silenzio, forse per difendere la fuga in avanti di qualcuno o meglio ancora per agevolare la trattativa per l’ingresso in Giunta. Evidentemente abbiamo sensibilità diverse e quindi per qualcuno sono più importanti due o tre misere poltrone assessorili della democrazia.
Mi dispiace che a questo gioco che tanto ricorda i migliori regimi si sia prestato anche Leu al quale invece bisogna riconoscere di essere a livello nazionale, molto meno in città, l’unico partito a difendere alcuni diritti.
Le Istituzioni vanno rispettate, principalmente da chi le rappresenta ed il Consiglio comunale non è un circolo ricreativo da dopo lavoro. Penso che ormai si sia toccato il fondo e mi auguro che questa consiliatura che non ha più niente da dire e che non sarà ricordata tra le migliori della città, sappia almeno arrivare alla fine nel rispetto delle Istituzioni e della cittadinanza”.