L’acqua potabile nel Metapontino è di ottima qualità. La buona notizia giunge da Acquedotto lucano sulla base di 90 campionamenti, in 12 differenti punti di prelievo (sia pubblici che presso abitazioni private) che hanno impegnato quattro diversi laboratori di analisi chimiche.
I campionamenti sono stati effettuati al potabilizzatore di Montalbano Jonico, al serbatoio di Policoro, al serbatoio Acinapura, al serbatoio Demanio Campagnolo Basso, al serbatoio di Nova Siri Scalo e a due utenze private di via Fellini e di via Lido a Policoro.
Prosegue dunque il programma straordinario di controllo disposto dall’Azienda Sanitaria del Materano (si concluderà il 15 settembre) eseguendo frequenti campionamenti in alcuni punti “sentinella”.
In particolare, – si precisa in una nota dell’Ufficio Stampa di Aql – è stata indagata la presenza di trialometani sulla rete idrica alimentata dal potabilizzatore di Montalbano Jonico, dopo che in occasione dei precedenti campionamenti il solo laboratorio Arpab aveva evidenziato il superamento della soglia limite.
Al contrario, le risultanze analitiche di Acquedotto Lucano, del laboratorio accreditato SCA e dell’IRSA-CNR (nonché di quelle di Acquedotto Pugliese eseguite sulla rete idrica alimentata dallo stesso potabilizzatore di Montalbano Jonico) hanno tutte confermato la potabilità dell’acqua.
Le discordanze emerse hanno suscitato, tra gli utenti, comprensibili preoccupazioni ed hanno richiesto i necessari approfondimenti e sforzi da parte di Acquedotto Lucano per garantire con la massima certezza che l’acqua destinata alle popolazioni del Metapontino sia non soltanto potabile, ma di ottima qualità.
Recependo le indicazioni del presidente della Giunta Regionale, la società si è attivata affinché venisse messa in atto una concreta collaborazione tra i laboratori che, a vario titolo, hanno svolto le analisi.
Infatti, nel corso delle prove congiunte, è stata verificata la correttezza tecnica degli apparecchi e sono state allineate le metodiche analitiche degli standard utilizzati dai laboratori Arpab, SCA, IRSA-CNR e Acquedotto Lucano.
Le prove sono consistite nel preparare una “soluzione madre” a concentrazione nota di trialometani da destinare ai laboratori, ciascuno dei quali ha processato il campione sulla propria strumentazione.
Una volta eseguiti gli allineamenti, tutte le analisi svolte hanno evidenziato risultati concordanti, che confermano la potabilità e la buona qualità dell’acqua erogata.
La presenza di trialometani nell’acqua potabile (in Italia il limite è di 30 microgrammi per litro) è dovuta al normale trattamento di clorazione.
Infatti, si tratta di sostanze che si formano soprattutto come risultato della reazione del cloro con la materia organica presente naturalmente nelle acque grezze. La quantità di THMs che si forma è in relazione alla concentrazione del cloro, della temperatura e del pH.