“Totale condizionamento della sanità pubblica da parte di interessi privatistici e da logiche clientelari politiche”. Lo ha detto il Procuratore Pietro Argentino nella conferenza stampa sull’inchiesta sulla sanità lucana che ha portato a 30 misure di cui 22 arresti (due in carcere e 20 ai domiciliari).
Il presidente della Regione Basilicata, Marcello Pittella (Pd), è agli arresti domiciliari da questa mattina nella sua casa di Lauria.
Il provvedimento gli è stato notificato dalla Guardia di Finanza, nell’ambito dell’inchiesta su alcuni episodi di manipolazioni di concorsi e raccomandazioni nel sistema sanitario.
Falso e abuso d’ufficio sono queste le accuse contestate a Pittella.
Secondo quanto scrive nell’ordinanza il Gip di Matera Angela Rosa Nettis, Pittella “non si limita ad espletare la funzione istituzionale formulando gli atti di indirizzo politico per il miglioramento e l’efficienza” della sanità regionale, “ma influenza anche le scelte gestionali” delle Asl “interfacciandosi direttamente con i loro direttori generali” tutti da lui nominati.
Sulle indagini e sul ruolo svolto dal Presidente Pittella l’intervista al Procuratore della Repubblica di Matera, Pietro Argentino, e il Comandante della GdF Matera, Domenico Tatulli
Le indagini sono cominciate circa un anno e mezzo fa in seguito all’esposto di un dipendente di una ditta fornitrice di servizi che non aveva ricevuto la sua quota di Tfr.
Ci sono anche i commissari delle uniche due aziende sanitarie lucane, Giovanni Chiarelli (Asp Potenza) e Pietro Quinto (Asm Matera), coinvolti nell’inchiesta.
Pietro Quinto, che si è dimesso dall’incarico, e il direttore amministrativo dell’Asm, Maria Benedetto sono in carcere.
Per Quinto, le accuse sono di corruzione e turbata libertà degli incanti.Nell’ambito della stessa indagine, coinvolti anche il direttore generale dell’Asl di Bari, Vito Montanaro, e il responsabile dell’anticorruzione della stessa Asl, l’avvocato Luigi Fruscio di Barletta.
Ai due indagati pugliesi, entrambi agli arresti domiciliari, viene contestato un episodio di abuso d’ufficio legato ad un presunto concorso truccato alla Asl di Matera.