Centotrentuno eventi, oltre ottocento appuntamenti, un programma iniziato il primo maggio che si concluderà il 15 giugno: “Tutti da vivere”. È stato questo l’invito che l’assessorato alla Cultura del Comune di Potenza ha rivolto ai cittadini che, possiamo ammetterlo, l’hanno accettato di buon grado, lasciandosi coinvolgere in una kermesse che ha avuto, fra l’altro, il merito di ridare vita al centro storico del capoluogo di regione.
Era uno degli scopi del progetto voluto dall’assessore Roberto Falotico, nella consapevolezza che, creando eventi, anche chi era o è restio a “salire in via Pretoria” (per usare una frase cara ai potentini), ha trovato più di qualche motivo per farlo.
E non solo nei giorni della festa di San Gerardo durante i quali sono stati migliaia i cittadini che hanno raggiunto via Pretoria utilizzando le scale mobili che – lo ricordiamo – per l’intera estate rimarranno aperte fino alle 2 di notte.
Felice intuizione, questa, dell’assessore alla Mobilità, Gerardo Bellettieri, che, con tale provvedimento, condiviso dalla ditta Trotta, ha voluto e vuole facilitare il collegamento con il resto della città e consentire a giovani e meno giovani di tornare a vivere il centro storico, sul futuro del quale tanto si è detto. Un dibattito che non sempre abbiamo condiviso per una serie di motivi che proviamo a chiarire. Si dice che i negozi in via Pretoria chiudono perché la gente “preferisce” altre zone commerciali “più comode”. Semmai fosse vero, però, non dimentichiamo che lo stesso fenomeno si sta verificando anche in altre città. Per quanto riguarda il capoluogo lucano, molti commercianti hanno riaperto, spostato o duplicato le proprie attività in altri posti. Solo perché più facilmente raggiungibili? A questo punto è lecito porsi alcune domande. Con un sistema di scale mobili (sono le più lunghe d’Europa) capillare come quello potentino, con la possibilità di utilizzare il parcheggio di viale dell’Unicef, perché si ritiene ancora difficile raggiungere il centro storico? Perché molte persone si intestardiscono a raggiungerlo in auto semmai perdendo ore per trovare un parcheggio? Perché se si va in altre città diventa “normale” lasciare l’auto nei parcheggi a pagamento e raggiungere a piedi le zone chiuse al traffico?
Davvero siamo convinti che chiudere al traffico il centro storico (noi siamo favorevoli), possa danneggiare i commercianti?
Quale vantaggio – lo citiamo a memoria – hanno ottenuto quando, qualche anno fa, in occasione delle festività natalizie, si consentì di accedere con le auto in piazza Matteotti?
Ci limitiamo a queste domande anche se sarebbero ancora molte quelle che potremmo porci.
Ma per evitare che, come dice una massima popolare, “mentre i medici discutono l’ammalato muore”, si può provare insieme a progettare un rilancio del centro storico condiviso che superi anche luoghi comuni e vecchie abitudini?
Dal Palazzo di Città qualche segnale di concreta disponibilità ci pare di averlo registrato. Bisogna adesso metterlo a sistema, sedersi ad un tavolo con rappresentanti dei commercianti, di associazioni e far si che aspettative, desideri, esigenze diventino strategia vincente.
Noi di Ufficio Stampa Basilicata vogliamo dare il nostro contributo, aprendo un dibattito sulla nostra testata e sul Potenza e Provincia Affari perché, come tanti cittadini, amiamo la nostra città e vogliamo che cresca sempre di più.
Siamo appassionati come altri allo “struscio”, occasione da sempre per incontrare amici, scambiare qualche chiacchiera, prendere un caffè insieme.
Partiamo da questo.
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