Ha voluto scrivere ai materani, ai suoi cittadini acquisiti, l’ex assessore Adriana Poli Bortone dimessasi dall’incarico (vedi articolo). Lo ha fatto per ringraziarli per l’affetto e la stima che le sono stati testimoniati da più parti.
“Mi hanno dato, ancora una volta, la certezza – afferma – che i materani (salvo note eccezioni) sono delle persone bellissime, meridionali veraci, duri e diretti, come si deve lealmente essere, nelle critiche, ma altrettanto onesti e generosi nel riconoscere i meriti, quando ci sono”.
“Sono giunta a Matera – si legge nella lettera – alla fine di giugno 2017, chiamata dai miei amici di sempre della lista Matera si muove. Già il nome della civica era stimolante con la sua evocazione di un Sud ricco di belle risorse umane, di giovani e non, professionisti e non, desiderosi solo di poter restare al Sud, perché qualcuno riesca a disegnare nuova economia che consenta loro di potersi esprimere al meglio, semplicemente vedendosi riconoscere merito, serietà e professionalità.
E in questi mesi di queste belle persone ne ho conosciute tante, con un loro bagaglio culturale, con la voglia di continuare, nonostante tutto, a voler credere nelle istituzioni, alle quali rivolgersi non per un “favore” regolarmente promesso da una parte, ma per affermare un diritto, quello al lavoro, teoricamente garantito dalla Costituzione. Conoscevo da anni Matera, ma l’ho ritrovata piacevolmente mutata, con restauri fini ed accurati ad opera del pubblico e del privato, locali accoglienti, che, nel fine restauro, hanno mantenuto forte la loro identità. Per questa Matera, e su gentile input dei miei amici, ho accettato la sfida di spendere la mia competenza acquisita in lunghi anni di vita politica svolti sempre nel rispetto delle idee altrui e di culture diverse”.
“Ho pensato – continua la Poli Bortone – che Matera volesse veramente muoversi per garantire un futuro stabile oltre il 2019 ed ho valutato come geniale la volontà di allargare l’amministrazione a tutte le forze politiche, perché una città della Cultura non può che essere di tutti. Un’operazione di politica culturale degna, nell’ispirazione, della massima considerazione. Un progetto pilota territoriale che poteva essere una buona prassi per altre città nelle medesime condizioni.
Ma col tempo ho avuto modo di constatare che quell’ambizioso progetto stava fallendo sotto la spinta proprio di quella forza politica perdente alle amministrative, più che perdente nelle recenti elezioni politiche, ma assolutamente arrogante nella pretesa di conquistare sempre più posizioni all’interno dell’amministrazione comunale e della Fondazione, per continuare , con la forza, a mantenere posizioni che la gente comune, libera e pensante di Matera aveva inteso sottrarle semplicemente con il voto democratico. La forza, dicevamo. Sì, la forza dei numeri cambiati in corso d’opera a cura di personaggi in cerca d’autore, votati dai loro concittadini per il cambiamento e, per motivi non so dire quanto nobili, ben presto riacquistati dall’ex “padrone” della città.
Questa la triste storia, l’epilogo infelice di un progetto che poteva affermare coni fatti, una reale partecipazione democratica. Quel tipo di partecipazione che invocavano a gran voce i comunisti negli anni ’70 e che oggi fa dire ad un esponente del PD, che i tavoli di concertazione non contano assolutamente un tubo! Non sono certamente io a suggerire di buttare a terra l’amministrazione, piuttosto sarebbe bello che i cittadini che hanno votato quei consiglieri per quell’obiettivo richiamassero questi ultimi al rispetto del patto con l’elettorato per portare avanti quel programma con quel sindaco alternativo alla nuova maggioranza che si sta proponendo in un improbabile riscatto dopo la batosta elettorale. Ma non sta a me dare consigli. E infatti sono solo considerazioni fatte ad alta voce.
“A me – conclude la lettera- sta tenere nel mio animo, come farò, le belle espressioni di considerazione che hanno inteso avere tante associazioni, a partire da Confapi, tanti volti sinceramente addolorati di preziosissimi quanto validi collaboratori, le lacrime non trattenute di molti, e non certo per ultimo, la struggente visione dei Sassi la sera, con le lucine accese: un paesaggio incantato, unico, irriproducibile, che tante volte ho guardato con i miei amici.
A Matera, il grazie della “cittadina temporanea” Adriana, cui è stata concessa un’esperienza indimenticabile, e l’augurio che possa trovare una stabilità governativa che le consenta di raggiungere le vette più alte in termini di economia e di produttività. E che possa davvero diventare quell’“ombelico” del Mediterraneo, centro permanente di scambi culturali e commerciali, che avevo disegnato nel progetto MAT/MED. E’ un augurio sincero da parte di chi, con piacere, avrebbe voluto continuare a lavorare proficuamente per voi”.