Niente affatto conclusa la vicenda che riguarda Costa Molina 2, il pozzo di reiniezione l’attività del quale è stata sospesa il 6 ottobre scorso dalla Giunta Regionale dopo che l’Arpab aveva trovato nelle acque di strato tracce di ammine in una delle vasche di stoccaggio e nella testa pozzo
Durante il tavolo tecnico convocato dal Presidente della Giunta Regionale Marcello Pittella sono emerse, infatti, discordanze tra le metodiche utilizzate dall’Agenzia Regionale per la Protezione dell’Ambiente e quelle di Eni che ha presentato, come chiesto dalla Regione, una relazione tecnica per chiarire la presenza di ammine e, più in generale, le modalità operative con cui smaltire le acque di strato.
“E’ il primo di una serie di incontri – ha detto l’assessore Pietrantuono- che abbiamo pensato di convocare per tracciare un percorso rispetto alla delibera di sospensione delle attività di reiezione nel pozzo Costa Molina 2 a Montemurro.
Cercheremo di capire le motivazioni che Eni ha addotto per giustificare la presenza di ammine e se sono corrette. Il nostro intento è di dare certezza alle popolazioni e superare ogni problematica.
L’occasione sarà utile – ha detto ancora – anche per definire eventuali nuovi campionamenti in contraddittorio e per capire se il processo di separazione di acque nell’impianto sia stato svolto correttamente”.
Alla riunione tecnica hanno partecipato, oltre al Presidente Pittella e all’assessore Pietrantuono, i direttori generali del Dipartimento Ambiente, Carmen Santoro e dell’Arpab, Edmondo Iannicelli.