Domenica scorsa, nella Chiesa Madre, Pignola celebra il primo battesimo di un bambino di due mesi, nato da una richiedente asilo arrivata presso l’Hotel Sellata nel settembre del 2016
“Beati coloro che hanno lacrime di poveri ed esclusi, di mansueti vittime di violenza, di chi ha fame e sete di giustizia e per la giustizia è perseguitato”. È l’omelia del parroco della Chiesa Madre di Pignola, in cui domenica scorsa si è celebrato il primo battesimo di un bambino nato da una richiedente asilo di origine nigeriana.
“Infondi in quest’acqua la grazia del tuo unico Figlio, affinché l’uomo fatto a tua immagine sia lavato dalla macchia del peccato”. Don Rocco Piro pronuncia queste parole mentre lascia cadere le gocce dell’acqua benedetta sulla fronte del piccolo Junior che, beato, dorme tra le braccia della madre, Blessing Uba. Un’acqua benedetta che ha risparmiato Blessing lungo la traversata per arrivare dalla Nigeria in Italia, mentre il piccolo Junior era ancora in pancia, e che ora ritorna per dare il benvenuto di Pignola a Junior.
In un mondo che erige muri, marca confini e litiga sull’abbigliamento di un presepe, qui, in Basilicata, nella Chiesa Madre di Pignola, la comunità tutta si raccoglie intorno a Don Rocco, parroco in pensione che sostituisce Don Antonio Laurita, impossibilitato a celebrare in questa domenica, e intorno al diacono Giuseppe Calace, per accogliere Junior, la sua mamma e tutte le “zie” ospitate all’Hotel Sellata gestito dalla Cooperativa Sociale Multiservice Sud. Un’altra nigeriana, cinque eritree e una etiope sono le altre donne cristiane che accompagnano Blessing in un giorno così importante. Tutte donne che non hanno la fortuna d’avere vicini i propri figli, che hanno attraversato la Libia e in quell’inferno hanno visto uccidere troppi figli di giovani madri e che oggi possono gioire per la vita, anziché temere la morte. Anche le paure di Blessing possono lievemente diminuire: arrivata in ottobre scorso con una grande incertezza sul futuro del suo nascituro, mentre in questa domenica di gennaio tira un sospiro di sollievo, quando vede suo figlio “innaffiato” dall’accoglienza dei pignolesi.
L’interesse e la volontà della gente di Pignola di integrare realmente tutte le ragazze richiedenti asilo nella propria quotidianità si era già manifestata nelle feste natalizie, quando il piccolo Junior, nato proprio il 10 dicembre, doveva fare Gesú Bambino nella sacra rappresentazione del presepe vivente del paese. La neve e il forte gelo non hanno permesso né il presepe né il bellissimo bambinello di origine nigeriana, ma qualche giorno dopo il Vangelo delle Beatitudini e il Discorso della montagna del Cristo annunciano al mondo che sarà beato chi darà da bere a chi ha sete di giustizia e fugge dalla violenza così come sarà beato chi avrà lacrime per gli esclusi: sembra che la commozione della cittadinanza sia la buona premessa alla promessa di beatitudine celebrata in questo giorno.
Il gruppo delle catechiste della parrocchia di Pignola, in forte collaborazione con la cooperativa che gestisce l’accoglienza delle 21 richiedenti asilo ospiti all’hotel Sellata, la Società Multiservice Sud, ha fatto da ponte tra la cittadinanza e il gruppo di donne: “Siamo tutte un po’ madrine di Junior”, dice la catechista Annamaria Candela.