Guerra in casa Radicali? A singolar tenzone Maurizio Bolognetti, da un lato, Emma Bonino e Giovanni Negri, dall’altro? Diciamo che il dibattito sul referendum ha fatto scoprire “due anime” nel movimento e Bolognetti (dichiaratamente per il No) puntualizza.
Lo fa ricordando a Bonino e Negri, che si sono espressi per il Si, le parole pronunciate da Marco Pannella nel novembre del 2015: “Non è cambiando la natura elettiva delle Camere che si cambia il paese, si cambia solo la geografia non la storia”.
Detto questo, il segretario dei Radicali Lucani, Membro della Presidenza Partito Radicale Nonviolento Transnazionale e Transpartito, va giù duro come fa normalmente quando qualcuno tenta di “svendere” la propria storia. Cosa dice Bolognetti a Bonino e Negri? Di seguito la dichiarazione del segretario dei Radicali Lucani.
“Alcuni leader del No, come del resto alcuni del fronte del Sì, hanno una credibilità pari a zero. Ciò detto, rivendico il mio diritto a votare No senza essere etichettato, catalogato e iscritto a non so quale schieramento.
Le ragioni del mio No affondano le radici in quanto ho raccontato, denunciato e documentato negli ultimi anni.
Fin dal 2011 ho avvertito che era in atto un’operazione finalizzata ad ottenere la modifica del Titolo V per sottrarre alle Regioni competenze in materia di Energia.
A chi oggi si accorge che avevo ragione, posso solo dire benvenuto.
Da una parte e dall’altra c’è gente che parla confidando nell’assoluta assenza di memoria.
C’è, per esempio, chi dimentica di aver attivamente partecipato agli accordi Stato-Regione-Eni e chi non ha proferito verbo su vicende quali la reiniezione delle acque di strato nell’unità geologica profonda Costa Molina 2.
Al di sopra e al di fuori di un uso strumentale di questa campagna referendaria, voterò No per ragioni di merito.
No a una pessima riforma.
Il problema dell’Italia, e non solo dell’Italia, ma di tutte le democrazie occidentali non è rappresentato dalla questione dei “Costi della politica”, ma dall’assenza di Stato di diritto e dalla trasformazione delle nostre democrazie in democrazie reali, così come un tempo c’era il socialismo reale.
Non di costi della politica dovremmo parlare, ma dei costi dell’antidemocrazia e della negazione del diritto umano alla conoscenza.
Volete davvero riformare questo paese? Allora riforma anglosassone delle nostre Istituzioni: Presidenzialismo e una legge elettorale uninominale maggioritaria per il bipartitismo.
Il 4 dicembre il mio No sarà anche un No a campagne demagogiche, dietro le quali si nasconde un pericoloso attacco alla rappresentanza democratica.
A chi pretende di rappresentare la mia storia, millantando una posizione dei radicali a favore del sì, suggerisco di leggere con grande attenzione l’intervista di Massimiliano Coccia a Marco Pannella, pubblicata sull’Unità del 10 novembre 2015. Alla domanda posta dal cronista sulle riforme del Governo, Pannella rispondeva così: “E’ un dibattito sul niente, la spinta riformista c’è se è presente l’idea di entrare in uno stato di diritto. Non è cambiando la natura elettiva delle Camere che si cambia il paese, si cambia solo la geografia non la storia”.
Ecco, con Marco Pannella io dico che siamo pronti a lavorare gomito a gomito con chiunque abbia compreso che la priorità è combattere l’anti-stato di diritto e l’antidemocrazia. Aggiungo che il “niente proposto” è un niente pericoloso e gattopardesco, laddove il tutto cambia affinché nulla cambi si declina in questo caso in un tutto cambia in peggio affinché nulla cambi.
Dovrebbe, altresì, far riflettere il fatto che il nostro premier abbia scelto di sostenere questa sua campagna referendaria utilizzando argomenti cari ai 5stelle.
Il 4 dicembre, con buona pace di Emma Bonino, Giovanni Negri e altri compagni, voterò No.
Nel frattempo continuerò ad occuparmi di ciò che davvero è importante e a declinare le mie parole d’ordine onorando il “Non Mollare” di rossiana memoria. Stato di diritto, Giustizia, Amnistia per questo nostro Stato criminale, Libertà, Democrazia, Diritto umano e civile alla conoscenza”.