Sarà una giornata particolare questa di oggi, conclusiva della 17esima conferenza internazionale sulla malattia di Behçet. Mentre all’Istituto Sant’Anna gli esperti giunti da tutti il mondo continueranno i lavori congressuali, al Palace Hotel protagonisti saranno i pazienti che, coordinati da Alessandra Del Bianco, presidente dell’Associazione italiana Sindrome e Malattia di Behçet (Simba), racconteranno la propria esperienza, confrontandosi con gli esperti su temi ben specifici che pongono in relazione la sindrome di Behçet con la fertilità, la gravidanza, gli aspetti genetici, psicologici e neurologici.
Fra i pazienti che interverranno, l’olimpionico Francesco Scuderi, uno dei pochi casi di remissione di questa malattia rara, curato dal prof. Ignazio Olivieri, primario del reparto di reumatologia dell’ospedale San Carlo di Potenza.
Nel 2003 Scuderi si stava preparando per partecipare, lui inserito nella squadra di atletica italiana, alle Olimpiadi di Atene dell’anno successivo. I primi dolorosi sintomi, di un male che in quel momento non aveva ancora una diagnosi, lo costringono a molteplici ricoveri. Gli viene somministrato del cortisone, sostanza dopante e dunque vietata agli atleti. Scuderi non si scoraggia e cerca su internet chi ha i suoi stessi sintomi e s’imbatte nell’associazione Simba. Sono loro che gli consigliano di farsi visitare dal professor Ignazio Olivieri.
“Il viaggio in Basilicata, l’incontro con un medico dalla grande carica umana – racconta Scuderi – mi hanno restituito la speranza. L’accesso a farmaci biologici mi ha permesso di tenere sotto controllo la mia malattia, che in questo momento è in fase di remissione, e di avere una vita quasi normale: sono tornato a vincere sulle piste di atletica e sono diventato padre di due bimbe che oggi hanno 5 e 7 anni. So che non potrò mai sconfiggere del tutto il Behçet, so che ci potranno essere delle recidive, ma – conclude Scuderi – so che la mia vita non è stata distrutta da questa malattia grazie al professor Olivieri. Se racconto la mia storia è per dare forza a quanti come me convivono con la sindrome di Behçet”.
Intanto ieri la seconda giornata della conferenza è stata dedicata alle problematiche vascolari e oculari. La mattinata si è chiusa con l’attesa relazione del professor Ignazio Olivieri, tenuta in sua vece dal dottor Pietro Leccese, sulla malattia di Behçet e le spondiloartriti.
Nel pomeriggio si è tenuto il focus sulla sindrome di Behçet in età pediatrica.
La 17esima Conferenza Internazionale sulla malattia di Behçet si svolge sotto il patrocinio del Ministero della Salute, della Regione Basilicata, dell’Apt di Basilicata, delle Provincie e dei Comuni di Matera e Potenza, dell’Azienda ospedaliera regionale “San Carlo”, dell’Azienda sanitaria locale di Matera e degli Ordini dei medici chirurghi e degli odontoiatri di Potenza e Matera.