E’ di stretta attualità il problema sul futuro dell’ateneo lucano, sul ruolo che deve svolgere in una regione, nella quale lo spopolamento è irreversibile, le opportunità di lavoro sono sempre di meno. Una regione dove i giovani sono tentati, anche loro in maniera irreversibile, ad andare ad investire altrove le proprie intelligenze.
Può l’università essere una risposta a questi problemi? E’ solo una delle domande che ci si pone all’interno di un dibattito più articolato, al quale gli studenti vogliono dare il loro contributo.
Lo fanno con una lettera aperta a firma del presidente del Consiglio Studenti dell’ateneo lucano, Antonio Salerno, che Ufficio Stampa Basilicata ospita e pubblica nella consapevolezza che sono e devono essere loro i veri protagonisti di quel processo di riscatto culturale, del quale la Basilicata ha bisogno.
Come migliorare la nostra università: lettera aperta
“In questa estate di bilanci e, soprattutto, dei progetti per l’Ateneo lucano, sembra che la voce degli studenti finalmente stia avendo degno ascolto nelle sedi istituzionali.
Nell’ultimo Consiglio Regionale, tenutosi in data 4 agosto, si è discusso della programmazione triennale, sul quale si fondano i destini e i progetti delle due Istituzioni, Università e Regione, nei prossimi anni. Alcune ore di discussione hanno fatto ulteriore chiarezza su un principio ineludibile: il destino della Regione Basilicata, e della nostra generazione, incrocia inevitabilmente il futuro della nostra Università. Il messaggio sembra essere arrivato a destinazione, finalmente. Nella sala del Consiglio Regionale si parlava dei famigerati 10 milioni di euro che la Regione destina all’Unibas, inquadrandoli come fonte di investimento su cui programmare e rilanciare l’azione dell’Ateneo lucano.
Purtroppo 10 milioni sono pochi, se si considera il taglio lineare del Fondo di Finanziamento Ordinario (FFO) da parte del Ministero. Nelle condizioni di stress economico – finanziario oramai perpetuo in cui vive l’Unibas finanche immaginare la parola “investimento” diventa un esercizio lezioso e pindarico. Assistiamo da oramai quasi un decennio allo scientifico smantellamento del Sistema Universitario: a pagarne le spese, sembra scontato, sono i piccoli Atenei del Sud Italia, compreso il nostro.
L’Istituzione Regionale ha, proprio su questo tema, l’opportunità di colmare questo vuoto e riscoprire un rinnovato protagonismo. La formazione è la prima e più preziosa risorsa che il nostro territorio possiede, difenderla con forza deve rappresentare la più grande sfida per le nostre Istituzioni. Per l’Unibas sopravvivere ha un costo: 10 milioni di euro. Per vivere è necessario un ulteriore investimento, di risorse e di idee.
Le idee, del resto, sono l’investimento più economico e redditizio che esista. L’idea di un rinnovato dialogo tra le due Istituzioni, Regione ed Università, ha sicuramente centrato il bersaglio della discussione. E’ questo uno degli argomenti sui quali da sempre proviamo a dare una visione, forti dell’esperienza di studenti e giovani lucani, i principali “fruitori” e azionisti del futuro di questa Regione.
La nostra visione poggia su tre cardini, assolutamente inamovibili: servizi, accoglienza e dialogo.
Il profondo problema dell’attrattività della nostra Regione e della nostra Università si fonda sulla mancanza di servizi minimi.
Se vogliamo donare alle famiglie lucane una buona ragione per investire sul futuro dei propri figli in Basilicata è necessario, prima di tutto, vincere l’isolamento territoriale che la caratterizza.Far viaggiare persone ed idee in questa Regione è quanto mai complicato: un nuovo piano dei trasporti regionale, integrato con i comuni che ospitano i Campus, rappresenta dunque il primo, ma fondamentale, obbiettivo da raggiungere. Ora, senza più indugiare.
Gli studenti, anche se in pochi ci credono, in Basilicata esistono. Accoglierli vuol dire riconoscerne l’esistenza e rendere la loro vita più semplice.
Noi da sempre immaginiamo l’istituzione di una carta servizi per gli studenti, che da un lato ne certifica lo status, dall’altro mette a disposizione una serie di convezioni con esercizi commerciali, musei e biblioteche. Una carta per far sentire uno studente davvero studente.
Questa, come altre azioni in tal senso, dovrà godere di un nuovo impianto legislativo regionale, che comprende una nuova e rivisitata legge sul Diritto allo Studio in grado di intercettare le istanze dei nostri tempi.
Anche se in pochi ci credono l’Università può essere una risorsa: per gli studenti senza dubbio, ma anche e soprattutto per le comunità che li ospitano.
L’indotto economico e sociale attorno all’Ateneo non cade dal cielo, ma bisogna costruirlo con coscienza. La necessità di calmierizzare il costo degli affitti e di aumentare il gettito per le casse comunali può essere soddisfatta offrendo da un lato incentivi fiscali ai proprietari degli immobili, dall’altro regolamentandone con chiarezza il mercato nelle Città che ospitano i Campus.Queste sono solo alcune delle mille considerazioni che il tema impone. L’arte del trasformare le belle parole in azioni concrete passa, però, da un unico paradigma: il dialogo.
IL DIALOGO
Una sfida così importante per la nostra Comunità Regionale si deve nutrire delle sue energie migliori. La nostra generazione ha il talento per partorire idee vincenti e braccia per realizzarle. La nostra generazione ha una storia da raccontare e ha bisogno di qualcuno pronto ascoltarla ed, insieme, realizzarla. Da studenti, proveremo a portare con rispetto la nostra storia lì dove davvero conta: nelle Istituzioni. Da studenti, dimostreremo di esistere e di contare qualcosa in Basilicata.
Per molti non sembra vero, ma in realtà esistiamo”.
La lettera aperta del Consiglio Studenti dell’Università di Basilicata offre spunti di riflessione in un dibattito che, attraverso Ufficio Stampa Basilicata, vogliamo favorire e stimolare.Vogliamo favorire, con il nostro modesto contributo, quel “dialogo” che auspica il Consiglio Studenti dell’Unibas.
Lo vogliano fare ospitando e pubblicando proposte, osservazioni e, perchè no, anche critiche che dovessero giungere da quanti, non solo studenti, volessero contribuire al dibattito stesso.
Si può scrivere a: info@ufficiostampabasilicatait.trasferimentiaruba.it