Si è conclusa domenica 22 maggio la rassegna teatrale “Guardare il teatro è un gioco nel gioco. Play the game”, organizzata dalla Compagnia Gommalacca Teatro.
In scena al teatro “Francesco Stabile” di Potenza, per lo spettacolo finale, i partecipanti al laboratorio di ricerca scenica della compagnia su Eduardo De Filippo, “La Klass Eduardo”, con lo spettacolo “Varietà Eduardo”, liberamente ispirato a “La Cantata dei giorni pari”, raccolta di commedie del celeberrimo regista e attore napoletano Eduardo De Filippo.
Uno spettacolo composito, un esempio di metateatro, in cui gli attori raccontano loro stessi e la realtà, oggi come allora, di gran parte degli artisti del palcoscenico e non solo, fatta di difficoltà oggettive e ristrettezze economiche ma piena di immensa passione, vero motore che li spinge a continuare oltre ogni problema.
La mimica accompagna, da tradizione, la spontanea comicità delle situazioni, ingenuamente divertenti, e proietta la scena fuori dal palcoscenico, con i protagonisti delle storie che entrano inaspettatamente in platea, proseguendo il copione tra gli spettatori sorpresi e divertititi.
Tra improbabili illusionisti e compagnie di attori costretti, dalla mancanza di denaro, a cucinare nelle camere di albergo in cui vivono, il racconto, fatto di tanti protagonisti, (auto)riflette sul ruolo dell’attore nella/della società, alla ricerca di una realizzazione artistica e, come ci spiega Mimmo Conte, regista dello spettacolo, anche disperatamente materiale:
«Lo spettacolo rappresenta una continuazione dello spettacolo dell’anno scorso, “Eduardo Reload”, che aveva una costruzione simile, però con dei perni diversi ovvero si muoveva nella dimensione tra il sogno e la realtà. Quest’anno il discorso è continuato, abbiamo preso dei pezzi ma invece che da “La Cantata dei giorni dispari”, ovvero dai passaggi più drammatici della drammaturgia di Eduardo, siamo andati ne “La Cantata dei giorni pari” e abbiamo lavorato apposta su questo dentro – fuori, il metateatro, infatti lo spettacolo inizia con questi attori che si muovono e devono risolvere una mancanza, quella di mangiare. Lo spettacolo prova a rispondere a una domanda cioè l’attore è funzionale a quello che deve fare, deve far ridere perché deve mangiare. Questa è un po’ anche la caratteristica degli attori del periodo di Eduardo e, in modo diverso ma uguale sostanza, è anche quella di oggi, ovvero non ci sono possibilità, non ci sono spazi, gli attori guadagnano poco. In questo percorso sono entrati anche quest’anno altri testi, come Tennessee Williams».
Lo spettacolo offre ampio spazio alle interpretazioni femminili, nonostante la scrittura di Eduardo fosse concentrata su ruoli maschili, perché, secondo Mimmo Conte: «Non ci siamo preoccupati del cambiare sesso. Filumena Marturano, ad esempio, è l’unico personaggio femminile importante, che è poi quello che Eduardo scrisse per la sorella Titina, per ripagarla di una anno di “pausa”, però lo stesso Eduardo dichiarava che era sostanzialmente un uomo che recitava in qualche modo, quindi noi non ci siamo preoccupati e alcune parti maschili sono state interpretate da donne, perché siamo funzionali a quello che dobbiamo fare quindi siamo sul testo, il sesso e il genere non conta, conta il testo, il risultato da portare a casa».