Con ordinanza del sindaco di Maratea, Domenico Cipolla, del 17 maggio scorso, è scattato il “coprifuoco diurno e notturno” nell’area Porto di Maratea. Proprio così: con l’ordinanza è vietata presso i pubblici esercizi, i locali commerciali ed artigianali in attività al Porto “la diffusione di musica e/o rumori”, sia all’interno sia all’esterno, sia dal vivo sia riprodotta o con presenza di un dj. E viene stabilita anche una sanzione amministrativa che può variare da 125 a 500 euro oltre, naturalmente, all’applicazione delle sanzioni previste dal Codice Penale.
Per il Centro Studi Turistici Thalia siamo in presenza di un provvedimento che non ha alcun senso se non quello di allontanare i turisti dal Porto di Maratea. Si immagini un bar, un pub, un locale senza musica, specie di sera, ed è facile prevedere la fuga soprattutto di giovani verso Tortora e Praia a Mare o comunque quei locali dove non è vietato ascoltare musica o magari vedere in tv la partita degli europei (e poi festeggiare per un goal).
Nell’ordinanza il sindaco giustifica la scelta all’insegna del proibizionismo con le “reiterate segnalazioni dei cittadini residenti e dimoranti”, che hanno presentato un esposto recanti ben 31 firme, in quanto “il volume eccessivo della musica, unitamente al comportamento non sempre irreprensibile e civile di alcuni avventori, disturbano la quiete pubblica”. Una situazione che avverrebbe in particolar modo nelle ore serali e notturne da parte dei frequentatori del Porto in numero medio a sera decisamente superiore ai 31 firmatari l’esposto che, comunque, hanno diritto alla quiete.
Per il CS Thalia è del tutto evidente, come è avvenuto in numerose città turistiche, richiamo per la movida giovanile e il divertimento, regolamentare le attività relative a musica, spettacolo, intrattenimento ma non vietarle del tutto. I regolamenti comunali sinora applicati, attraverso il buon senso, riescono a conciliare esigenze di tranquillità con quelle di divertimento e di affari.
L’auspicio degli operatori turistici, dei titolari di esercizi pubblici marateoti (e non solo del Porto) è che il sindaco torni indietro e revochi l’ordinanza prima – come scrive nella stessa – che “la fase istruttoria sia completata con le notizie assunte anche da Forze dell’Ordine e Polizia Locale”. Anche perché gli stessi operatori dovrebbero mostrare grande attenzione a non far rumore con bicchieri, bottiglie e piatti (l’ordinanza vieta qualsiasi genere di rumore interno) per evitare le sanzioni. Al punto che c’è già chi sta pensando di trasferire la propria attività in altre località.