Con 12 voti, Franco Mollica (Udc) è stato eletto nuovo presidente del Consiglio regionale della Basilicata. Prende il posto di Piero Lacorazza (Pd). 6 voti sono andati a Giovanni Perrino (M5s). Tre le schede bianche. Dopo l’elezione di Mollica, l’Assemblea ha eletto anche i componenti del nuovo Ufficio di Presidenza: vicepresidenti sono stati eletti i consiglieri Paolo Galante (Ri) con 11 voti e Paolo Castelluccio (Pdl-Fi) con otto voti. I nuovi consiglieri segretari sono Achille Spada (Pd), eletto con 14 voti e Gianni Rosa (Lb-Fdi) che ha ottenuto quattro voti.
La nomina di Mollica è il risultato della decisione di estendere l’attuale maggioranza che sostiene la giunta Pittella ai centristi dell’Udc. Scelta fortemente criticata dal capo gruppo del Pd, Roberto Cifarelli, che ha rimesso l’incarico al partito. Ogni decisione è stata congelata. Critiche anche dai partiti della minoranza presenti in consiglio.
Subito dopo la nomina, Franco Mollica ha rivolto un saluto all’assemblea, illustrando quelle che ritiene siano le questioni prioritarie da affrontare, alla luce delle riforme istituzionali attuate e ai problemi che investono la regione.
Nel primo intervento dai banchi dell’assemblea, Piero Lacorazza ha presentato una mozione, approvata all’unanimità dal consiglio regionale, con la quale s’impegna la giunta a dare piena attuazione al tavolo della trasparenza, favorendo ogni utile processo partecipativo tra organi regionali e rappresentanti delle comunità delle aree con maggiore incidenza delle attività estrattive.
Con il documento si impegna inoltre il presidente e la Giunta regionale “a fornire all’Arpab le risorse e i mezzi necessari per intensificare ogni utile sforzo per il monitoraggio ed il controllo ambientale, affinché in questo momento di blocco delle attività si possano avere dati utili per un confronto chiaro e trasparente.
Con la mozione si chiede inoltre di attuare la non più procrastinabile attività di rilevazione del ‘punto zero’ prima che l’insediamento di Tempa Rossa avvii la produzione; a convocare i vertici Eni, i sindaci e le rappresentanze sindacali e delle imprese per approfondire la delicata tematica economico-occupazionale che il blocco dell’attività sta determinando.
Nel dibattito è intervenuto anche il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, il quale, dopo aver augurato buon lavoro a Mollica ha affrontato la questione che tanto ha fatto discutere: l’allargamento della maggioranza all’Udc.
“Quando si ha un’intuizione che ci mette nelle condizioni di irrobustire il lavoro che svolgiamo in Consiglio, e che crea i presupposti per rafforzare una collaborazione politica e istituzionale, allora – ha detto – dobbiamo seguirla nelle scelte da compiere. Le dinamiche della politica nazionale, del resto, ci consegna uno spaccato che va in questa dimensione”.
Per il governatore, inoltre, esistono “evoluzioni nella politica che dobbiamo saper cogliere, in un momento in cui ci avviciniamo a scadenze importanti. Dobbiamo provare ad irrobustire il percorso politico, istituzionale, amministrativo e programmatico in una fase di transizione. Abbiamo intrapreso una nuova strada – ha evidenziato il presidente Pittella – per ottenere maggiore stabilità recuperando un’area di sensibilità politica più vasta. Credo che tutto questo sia un’operazione positiva”.
Non la pensano così, oltre al capo gruppo del Pd, Cifarelli, del quale abbiamo già detto, Giannino Romaniello, di Sinistra Italiana, i gruppi politici di Forza Italia, Movimento 5 Stelle, Alleanza Nazionale Fratelli d’Italia, i rappresentanti dei quali sono stati molto critici su quanto accaduto, contestando soprattutto la mancanza di un confronto politico su una decisione così importante.
Per quanto riguarda il cambio della guardia alla presidenza dell’assemblea, nell’aula e fuori la tesi ricorrente è stata quella, ripresa anche da qualche giornale nazionale, che Lacorazza sarebbe stato “epurato” perchè non allineatosi alla posizione renziana durante il referendum sul petrolio. Solo… malelingue?