Un terzo dei consumatori non frequenta più i mercati, mettendo in crisi il settore. Lo conferma un sondaggio di Confesercenti Swg, in occasione di un convegno, organizzato in occasione dell’assemblea annuale dell’Associazione Nazionale Venditori Ambulanti, aderente alla confederazione, svoltasi a Roma. Ha partecipato anche una folta delegazione di ambulanti lucani.
Ad incidere sulla situazione – si legge nella nota – è stata senz’altro la crisi; ma ha pesato anche una progressiva disaffezione dei consumatori allontanati dalla crescita dell’abusivismo e dalla sempre peggiore qualità dei prodotti in vendita.
In Basilicata al 30 giugno dello scorso anno, le aziende registrate alle Camere di Commercio erano 1.118 (604 in provincia di Potenza e 514 in quella di Matera). Sempre alla stessa data, almeno sei-sette mila erano gli abusivi, per un terzo extracomunitari.
“Il rapporto tra abusivismo e dequalificazione dell’offerta è, purtroppo, un circolo vizioso” commenta Maurizio Innocenti, Presidente dell’Anva. “Il boom di venditori abusivi ha portato ad un peggioramento generale dell’immagine dei mercati. Irregolari e abusivi, infatti, vendono soprattutto merce contraffatta o di dubbia provenienza e qualità, portando molte persone a ritenere che ci sia stato un forte peggioramento qualitativo dell’offerta di questa tipologia di commercio.
Una generalizzazione sbagliata – prosegue Innocenti – perchè ci sono moltissimi imprenditori regolari, attivi nel commercio su aree pubbliche e nei mercati, che puntano proprio su un elevato rapporto qualità prezzo per attirare e fidelizzare la clientela. Per questo il commercio ambulante è un canale distributivo che va tutelato e valorizzato”.
All’assemblea nazionale è intervenuto anche il Presidente di Confesercenti Potenza, Prospero Cassino, secondo il quale “gli ambulanti da sempre sono trattati con poca attenzione dalla politica, spesso maltrattati dalle istituzioni, che non capiscono che sono una risorsa, e non un problema! Il nostro e’ un settore in grande difficolta’ come e’ in difficolta’ il commercio a posto fisso, perche’ calano i consumi soprattutto al Sud, e in particolar modo tra i soggetti piu’ deboli della societa’, cioe’ i nostri clienti.
Nonostante le difficolta’ e il calo delle vendite, aumentano il numero dei venditori ambulanti: questo significa – sostiene Cassino – che il nostro e’ un settore che procura lavoro e contribuisce a calmierare i prezzi del mercato, a fronte di una crisi generale. Ma i Comuni spesso non rispettano gli indirizzi regionali e ogni Comune funziona in maniera diversa dall’altro, applicando – denuncia Cassino – prezzi diversi e spesso altissimi, sia come occupazione di suolo pubblico, che come raccolta dei rifiuti, occupando lo stesso suolo e producendo gli stessi rifiuti. Senza ricevere in cambio nessun tipo di servizio! Nemmeno un bagno pubblico! Noi siamo convinti che dobbiamo invertire la tendenza e ottenere l’attenzione del mondo politico che ci è dovuta”.