Isolamento della Regione, calo demografico, emigrazione dei giovani. “Storia vecchia di cinquant’anni”. Questa è la frase che più qualifica la farsa che si è celebrata ieri sotto il nome “un buon anno”. E’ quanto sostiene il consigliere di Fratelli d’Italia – Alleanza Nazionale, Gianni Rosa, in merito alla conferenza stampa di fine/inizio anno del presidente della regione Basilicata, Marcello Pittella, svoltasi venerdì 8 gennaio.
“Perché ci vuole veramente poco a smentirla, eppure qualcuno, il Presidente della Regione, la pronuncia e tutti lì a battere le mani. Non capiamo a cosa porti questa accondiscendenza acritica nei confronti delle ‘storielle’ che ci vengono propinate a ogni pie’ sospinto. A chi giova far apparire una situazione florida quando non lo è? A chi giova fare gli struzzi? Certo non ai giovani che ci abbandonano. Perché, lo sappia chi parla di storie vecchie, che i giovani scappano. Ed è un dato che nemmeno le fantasiose ricostruzioni governative possono mistificare. In 10 anni sono emigrati 23,400 lucani, che su una popolazione di 500.000 abitanti costituisce il 4,7%, di cui il 67% sono giovani fino ai 34 anni. Se ci si entusiasma per numeri da prefisso telefonico, solo questi dati dovrebbero allarmarci”, scrive Rosa.
“Ma no. Questa è storia vecchia – continua il consigliere di Fi-An – Sarà anche così, ma è storia che continua a condizionare il futuro. Forse, ai grandi teorici dell’ottimismo sfugge che un Popolo senza giovani perisce, primo perché non vi è ricambio generazionale, nelle aziende, nelle fabbriche, nei posti di comando. Secondo perché solo i giovani possono garantire uno sviluppo vero e concorrenzialità: l’innovazione, le nuove tecnologie non sono ‘roba per vecchi’. Non è un atteggiamento sopportabile che il Governatore neghi la perdita di capitale umano di cui è affetta la nostra Regione. E non è produttivo, perché comporta la sottovalutazione del problema”.
“Ma forse è così che ci vogliono, vecchi e anche un po’ ignoranti. Un Lucano su dieci è analfabeta. Sì. Analfabeta. Nel 2016, ancora c’è gente, in Basilicata, che non sa né leggere né scrivere. Il 43% dei lucani rientra, invece, nel cosiddetto ‘analfabetismo di ritorno’, ovvero ha la terza media, sa leggere, sa scrivere, sa contare, ma, perché c’è un ma, non è in grado di interpretare le informazioni che si acquisiscono attraverso i giornali, la televisione o i libri. Ed è un dato ben più che allarmante: vuol dire che non c’è la capacità critica di analizzare gli accadimenti. E questo spiegherebbe, secondo noi, perché le stesse persone o gruppi di persone ci governano da quarant’anni”, ammette Gianni Rosa.
“Ecco perché ritroviamo in televisione persone che si permettono di manipolare la realtà. In una Regione, ricca, istruita, queste persone si guarderebbero bene dal raccontare la favoletta del ‘gufo’ e del Premier buono, proprio, come un padre di famiglia. E questa di Renzi che ci vuole bene è il clou dello show. A noi vien da ridere a sentire queste cose. Ridiamo un po’ meno quando si nega che la Basilicata è povera. Per alcuni sono sempre ‘storie vecchie’. Ma i dati che ci dicono che, in Basilicata, il 61,7% degli individui si colloca nei due quinti più poveri della popolazione. E sono dati del rapporto SVIMEZ 2015, non proprio ‘storia vecchia’. Del resto, di questa sconvolgente realtà è indice il numero di lucani che hanno chiesto l’accesso al reddito minimo di inserimento, circa 12.000. Questo vuol dire che 12.000 lucani sono poveri. Quale ‘storia vecchia’?”.
“Oramai totalmente privo di interesse è l’entusiasmo per i 10.000 posti di lavoro, che sono più 9.000 che 10.000 e dei quali solo 3.700 a tempo indeterminato e riguardano la Fiat e il suo e indotto. Quindi, quando si afferma ‘abbiamo creato’ forse si dovrebbe dire chi ha creato l’aumento della domanda di auto motive. E non crediamo che il Governatore possa intestarsi alcunché di questo incremento. Lo sfidiamo a dirci, in concreto, quali siano i provvedimenti regionali messi in campo per incentivare il mercato delle auto. E i restanti 5.330 posti? Quelli sono a tempo determinato. E che fine faranno? Nel ‘buon anno’ non si dice. Ovviamente, c’è da combattere i gufi. Quindi, bisogna far vedere di essere ottimisti, sempre, a tutti i costi. E poi nascondere subito la testa sotto la sabbia perché i problemi non ci sono. Va tutto bene. Avete capito, Lucani? Va tutto bene. Noi pensiamo sia meglio guardare in dietro per migliorare il futuro che negare la realtà e non guardare da nessuna parte”, continua Rosa.
“Insomma, una mistificazione un po’ ingenua e facilmente smentibile, quella del ‘buon anno’ che non giova a nessuno. Specialmente a chi dovrebbe portare la Basilicata ad uscire dal ‘rischio di sottosviluppo permanente’. Parole non nostre, ma dello SVIMEZ. Al Governatore, infine, vogliamo ricordare che è un eletto dal Popolo e rappresenta il Popolo. E ci turba molto che il massimo esponente dell’Istituzione regionale parli referendum ‘faticosi’. I referendum, una delle massime espressioni di sovranità del Popolo, vengono definiti da un rappresentante del Popolo, ‘faticosi’. Ma sappiamo qual è il motivo di tale aberrante affermazione: difendere l’operato di un Premier che non fa altro che umiliare la nostra Terra. Per noi il dietrofront, peraltro parziale e non satisfattivo delle ragioni della Basilicata, è stato dovuto solo alla paura di Renzi di confrontarsi con il Popolo ed all’evidenza, chè certe cose non si possono negare, che le norme dello Sblocca Italia sono incostituzionali”.
“Per fortuna – conclude il consigere regionale – ci ha pensato la Corte costituzionale a dichiarare ammissibili i referendum sulle trivelle in mare. Ulteriore segno, questo, della realtà mistificata in cui ci vorrebbero far credere. Aspettiamo il momento in cui verranno approvati. A noi la ‘fatica’ non spaventa. Specialmente quando riguarda la Nostra Terra”.