La favola del piccolo principe: significati e simboli per adulti e bambini è stato il tema dell’incontro di venerdì 8 gennaio, organizzato nell’ambito delle iniziative legate alla mostra mercato del libro per l’infanzia, prevista dal 5 al 9 gennaio presso la Galleria Civica di Potenza.
In un clima di divertimento, tutti i bambini partecipanti hanno potuto giocare e colorare, lasciandosi attrarre dai variopinti volumi ad essi dedicati, esposti da alcune librerie cittadine.
«È stato bello vedere tanti bambini, accompagnati dalle loro famiglie, riempire un luogo solitamente adibito ad attività da grandi – ha dichiarato Annalisa Percoco, assessore alla Cultura del Comune di Potenza -. Idee come questa nascono e si realizzano non solo per volontà dell’amministrazione comunale, che lancia le idee, ma anche da una rete di soggetti ampia, che le raccoglie. Il contributo di associazioni e operatori culturali è importante per riempire questi posti di contenuti culturali per i bambini».
E proprio i bambini, invitati ad esprimere il loro pensiero sul protagonista della favola di Antoine de Saint-Exupéry, sono stati i protagonisti dell’intervento di Nino Cutro, presidente dell’associazione “Il cielo nella stanza” per il contrasto della violenza online, che ha aggiunto:
«I nostri ragazzi manifestano sempre meno le loro emozioni, affidandosi ai messaggi di comunicazione elettronica. Si perdono così i rapporti umani. Dalla lettura de “Il piccolo principe” e dal film di recente uscita dobbiamo recuperare il nostro essere umani, vivere la vita in maniera serena, sforzandoci nonostante i problemi. Dai bambini escono tanti messaggi e dobbiamo ascoltarli di più».
Ma la celebre favola del piccolo principe, osservata oltre le figure, presenta simboli ed elementi psicologici non facilmente interpretabili. È stato dunque compito della neuropsichiatra infantile Alessandra Graziano, ampliare la percezione di alcuni personaggi e situazioni dell’opera, per una maggiore comprensione sostanziale.
Così il deserto, luogo di incontro tra il protagonista e l’aviatore, non è una semplice distesa arida di sabbia ma la visione di un mondo più puro, privo dell’artificiosità umana; la volpe non è più furbizia ma intelligenza emotiva, amicizia e l’addomesticamento diviene l’accogliere e il lasciarsi accogliere, un lento e graduale avvicinamento all’altro. Riaffiorano poi, tra gli altri, i temi della lontananza, del viaggio, dell’attesa e del ritorno.
La fiaba dunque, insegna che non bastano gli occhi come strumento per guardare, ma servono gli occhi del cuore per andare oltre e comprendere il mondo e gli altri.
Durante la serata non è mancata la buona musica, grazie a Giuseppe Romaniello e Bruno Pace che, rispettivamente al sassofono e al contrabbasso, hanno eseguito brani jazz e blues raccontandone aneddoti e coinvolgendo il pubblico di grandi e piccini.