Per la terza volta in cinque anni è stato un ricercatore dell’Università della Basilicata ad aggiudicarsi il premio nazionale dell’Aglc, l’Associazione per la Geofisica “Licio Cernobori” (tema “Caratterizzazione sismica del territorio”) assegnato a Trieste nel corso della 34/a edizione del convegno del Gruppo Nazionale di Geofisica della Terra Solida.
Per il 2015, il riconoscimento è andato ad Antonella Nigro, laureata in Ingegneria Civile e attualmente dottoranda in Ingegneria per l’Innovazione e lo Sviluppo Sostenibile, con un lavoro dal titolo “Una riflessione critica sull’utilizzo della formulazione semplificata per la valutazione del periodo fondamentale di strutture in c.a.”.
Il gruppo di lavoro nel quale è stata sviluppata la ricerca, coordinato dal Prof. Felice Carlo Ponzo, ha visto la partecipazione anche dei ricercatori Gianluca Auletta, Rocco Ditommaso e Chiara Iacovino e dell’Ing. Antonio Cacosso.
Lo studio si colloca all’interno di un programma di ricerca pluriennale, finanziato dal Dipartimento Nazionale di Protezione Civile. Uno degli obiettivi principali di queste ricerche è di fornire strumenti utili per una gestione efficiente di eventuali emergenze, e per una corretta e ottimizzata gestione e manutenzione del patrimonio edilizio esistente. Tali strumenti consistono nell’implementazione di sistemi innovativi per la valutazione automatica dello stato di salute delle strutture a seguito di eventi sismici e nella proposta di aggiornamenti delle Norme Sismiche Nazionali per la progettazione del nuovo e per la protezione sismica delle strutture esistenti.
Questo premio “oltre a testimoniare, ancora una volta, l’elevato livello della ricerca svolta nell’Unibas – ha detto il prof. Ponzo – evidenzia, nel caso specifico, l’importanza del ruolo delle Università e, in generale, della Ricerca nei processi di definizione di strumenti tecnico-amministrativi realmente efficaci in tema di protezione sismica della popolazione, del territorio e del costruito, rispetto alla quale c’è ancora tanto da fare, soprattutto in termini di sviluppo di una cultura sismica collettiva che consenta a tutti di acquisire corretti comportamenti a valle di un potenziale evento sismico, ma anche e soprattutto di avviare processi virtuosi di prevenzione”.