Castelmezzano e le Dolomiti Lucane, che stanno vivendo una stagione magica di notorietà internazionale, non hanno alcun bisogno della “promozione” delle immagini della fiction tv “Questo è il mio paese” andata in onda ieri, lunedì 9 novembre, su Raiuno. Al contrario, è una “promozione” fuorviante per il turista che è convinto che a valle delle Dolomiti Lucane troverà il mare.
Il Centro Studi Turistici Thalia, raccogliendo proteste e soprattutto un diffuso sentimento di indignazione-amarezza di quegli operatori che lavorano quotidianamente per conquistare un ospite in più, mette in guardia contro questa operazione che all’insegna del cineturismo è destinata a produrre solo un danno di immagine.
Se infatti nella Sicilia sud orientale il turismo è aumentato del 12-14% l’anno grazie alle avventure del commissario Montalbano, facendo arrivare decine di migliaia di visitatori – sostiene il C.S. Thalia – si pensi a cosa accadrà quando arriveranno quei cineturisti affascinati dalle indiscutibili “cartoline” di Castelmezzano della fiction tv e ritroveranno solo la bellezza del paese. Se proprio vorranno fare un bagno, potrebbero consolarsi con l’unica piscina – dicono gli operatori del Thalia – che entrerà in funzione nella primavera prossima all’interno dell’azienda agrituristica Il Molino della Contessa.
Scherzi a parte, si impone la necessità – a parere del C.S. Thalia – che produttori di fiction, film, audiovisivi, documentari prima di girare precisino a cosa servono le immagini per evitare di ripetere quanto è accaduto con la fiction di Raiuno. Una sorta di preventiva documentazione da consegnare alle istituzioni che tra l’altro offrono collaborazione (in alcuni casi aiuti economici e/o in servizi) con la speranza di un “ritorno” .
Proprio ieri in un incontro seminariale con i giornalisti il prof. Giampaolo D’Andrea, capo di Gabinetto del Ministro ai Beni Culturali – afferma Arturo Giglio, segretario del Thalia – ripeteva un concetto che è parte integrante dell’immagine moderna del turismo lucano: basta con i luoghi comuni, i lampascioni, i cruski e la nostalgia di una Basilicata che non c’è più. Ebbene la fiction “ambientata” anche a Castelmezzano (oltre che nel Gargano) fa un ulteriore danno con una storia di mafia e di arretratezza civile che certamente non appartengono a questa come a tutte le altre nostre comunità locali. Un danno da non sottovalutare perché il cineturismo è un fenomeno in grande crescita a livello mondiale e un’importante valvola di sfogo in tempi di crisi.
Secondo gli ultimi studi sono oltre 100 milioni di visitatori nel mondo che ogni anno scelgono la meta delle loro vacanze sulla scia di un’emozione provata al cinema, un fenomeno che ha portato migliaia di turisti in località come l’Umbria di Don Matteo, la Sicilia di Montalbano, l’isola di Procida con il Postino, la Campania (esempio migliore Castellabate, location di Benvenuti al Sud) o la Puglia con le innumerevoli produzioni attratte dalla sua Film Commission. Secondo i dati del mensile ‘Qui Touring’ si calcola che solo in Italia sono 10 milioni quanti visitano luoghi e città sul filo delle memorie e delle suggestioni del cinema. Per fare qualche esempio: oltre a ‘La passione’ di Mel Gibson che ha rilanciato Matera, Elisa di Rivombrosa ha contribuito a decuplicare le visite del castello di Aglié, vicino Torino, ‘Che bella giornata’ di Checco Zalone ha fatto aumentare i visitatori al Duomo di Milano. Città della Pieve, nel 2001, primo anno della messa in onda di ‘Carabinieri’ ha registrato una crescita di presenze del 20%.
Il fenomeno del Cineturismo in Italia si è ampliato esponenzialmente con molte località che ne hanno tratto un forte vantaggio promozionale ed anche economico per il proprio territorio grazie alle produzioni cinematografiche nazionali ed internazionali che le hanno scelte quali set per i loro film. Bisogna infatti considerare che oltre all’immediato indotto economico che viene lasciato sul territorio da una produzione (basti pensare ai 50 milioni di euro per Ben Hur a Matera e ai 25 milioni a Roma per James Bond Spectre) le produzioni cine televisive producono un vero e proprio spot per il territorio scelto, i cui risvolti economici si apprezzano a medio e lungo termine.
I prodotti audiovisivi infatti impongono con grande forza nella mente degli spettatori immagini di luoghi, lontani e magari fino ad allora sconosciuti e agiscono, come riferiscono gli esperti, da veri e propri “markers” turistici. E’ grazie al cinema, per esempio, che paesaggi remoti come quelli australiani e neozelandesi sono diventati popolari presso il grande pubblico internazionale. La televisione e, in particolare, le serie televisive che creano familiarità con i luoghi, hanno pure dato un grande contributo alla “causa” turistica.
Per tutte queste ragioni – conclude il Thalia – l’operazione della fiction di Raiuno non può essere sottovalutata per gli effetti negativi che è destinata a produrre.