Nell’aprile scorso a Sasso di Castalda gli intitolarono un sentiero: “Il sentiero della legalità”.
Quella legalità in difesa della quale Mimmo Beneventano dedicò tutta la sua giovane vita e per la quale la mattina del 7 novembre dell’80, ad Ottaviano, fu barbaramente ucciso dalla camorra. Aveva 32 anni. Il clan Cutolo, che in quel centro dell’area vesuviana aveva la sua base operativa, non accettava che quel giovane medico e giornalista, politicamente impegnato (in occasione delle comunali, fu eletto con una valanca di voti nelle liste del Pci) fosse divenuto un punto di riferimeno per tanta persone, giovani ed adulti. Era pericoloso e si doveva eliminare. Così avvenne.
Ma la gente non l’ha dimenticato. Ad Ottaviano gli è stata intitolata la strada dove fu ucciso. Porta il suo nome una scuola e il circolo di Legambiente.
Sasso di Castalda, paese di origine del padre, dove Mimmo Beneventano tornava spesso, gli ha intitolato una strada e l’aula consiliare.
E oggi pomeriggio a Sasso, a 35 anni dalla sua morte, sarà ricordato, nell’ambito dell’ottava edizione della cerimonia di conferimento del riconoscimento “Mimmo Beneventano” a cura del Comune, della Fondazione che porta il suo nome e di Libera Basilicata.
Viene assegnato a giornalisti, magistrati, persone delle istituzioni che si sono distinte sui temi della legalità, del disagio sociale, della tutela dell’ambiente.
Quest’anno il riconoscimento sarà conferito a Renato Natale, sindaco di Casal di Principe, e a Enrico Fontana, giornalista e scrittore, già direttore nazionale di Libera.
Seguirà il conferimento delle borse di studio agli alunni delle scuole di Petina, Sasso di Castalda e Brienza, vincitori del concorso indetto dalla Fondazione.
Un omaggio alla memoria di Mimmo Beneventano anche da parte del clan “J.L.” del gruppo scout Agesci Potenza 3 che ha musicato una poesia di Mimmo Beneventano, in occasione del campo di lavoro fatto quest’estate ad Ottaviano con la locale sezione di Libera.