Per i responsabili dell’associazione ambientalista “è necessaria ora più che mai una decisa e ferma posizione da parte del governo regionale per fermare le trivelle, come in mare così in terra, riprendendo lo slogan che lanciammo a luglio quando protestammo contro le perforazioni nello Ionio. Tutto il territorio regionale merita la stessa attenzione e tutela, segnali che non sono ancora mai arrivati”.
Nella nota si fa anche riferimento al messaggio “forte e chiaro” che al Governo Renzi hanno lanciato i delegati dei 10 consigli regionali, compreso quello lucano, depositando in Cassazione sei quesiti referendari contro le trivellazioni previste dagli articoli dello Sblocca Italia.
” Il Paese non ha bisogno di inutili e dannose trivellazioni. Serve piuttosto- sostiene Legambiente Basilicata – una diversa e urgente strategia energetica che liberi il Paese dalle fonti fossili e garantisca la qualità del territorio ed il benessere della popolazione, non gli interessi dei petrolieri”.
E indispensabile – si afferma nella nota – che le amministrazioni si impegnino per chiedere fin da subito una moratoria che blocchi qualsiasi autorizzazione relativa alle attività di prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, dopo che lo Sblocca Italia ha tolto di fatto ruolo e potere vincolante agli enti locali.
Legambiente ricorda che le riserve certe di petrolio presenti sotto i mari italiani sono assolutamente insufficienti a dare un contributo energetico rilevante al nostro Paese. A a fronte di questi quantitativi irrisori di greggio – che basterebbero a soddisfare il fabbisogno energetico italiano per appena 8 settimane – si stanno ipotecando circa 130mila kmq di aree marine mettendo a rischio settori economici importanti come il tursimo e la pesca. La vera politica energetica da seguire – conclude la nota di Legambiente Basilicata – è quella delle fonti rinnovabili e dell’efficienza energetica, non quella delle fonti fossili che tra l’altro sono tra le cause dei cambiamenti climatici.
Anche dal mondo politico giungono dure critiche. Dopo la decisione del governo centrale di autorizzare le ricerche petrolifere nel mar Jonio, il consigliere regionale del Pp, Luigi Bradascio, ha deciso di dimettersi da presidente della Commissione Consiliare Sanità. Ufficializzzerà la decisione nella riunione del consiglio regionale del 20 ottobre prossimo. “E’ solo il primo passo, ma è quello che posso e devo fare”, afferma Bradascio che parla di “arrogante politica dei Piemontesi contro il Regno delle Due Sicilie”. Nonostante l’impegno del presidente della Giunta regionale, Pittella, e degli amministratori locali delle aree, non solo lucane, interessate alle trivellazioni che hanno sempre contestato questa scelta a tutela del territorio, il Governo ha deciso per le autorizzazioni che offendono intere popolazioni.