Introducevano una paletta contenente esplosivo (in gergo chiamata “marmotta”) per far saltare il bancomat ed impossessarsi del danaro. Era la tecnica, collaudata, di una banda, composta quattro persone arrestate stamane a conclusione di un’operazione condotta dalla Squadra Mobile di Potenza, in collaborazione con il Commissariato di Polizia di Melfi.
Si tratta di Valerio Mastasi, Francesco Brattoli, pugliesi; Vincenzo Marchese e Ivo Lopa, lucani, il primo residente a Bologna, il secondo a Melfi (una quinta persona è ricercata).
Devono rispondere di associazione a delinquere finalizzata alla consumazione di porto e detenzione di materiale esplosivo, e di furti pluriaggravati.
I bancomat presi di mira dalla banda, da ottobre 2014 a luglio scorso, sono stati quelli di agenzie d’istituti di credito di Montemilone e Palazzo San Gervasio, nel Potentino; e di Poggio Imperiale, Gravina di Puglia, Rocchetta Sant’Antonio e Andria, in Puglia.
I particolari dell’operazione sono stati illustrati nel corso di una conferenza stampa del Procuratore Distrettuale di Potenza, Luigi Gay.
Nelle abitazioni delle persone arrestate, nel corso di perquisizioni, sono stati trovati e sequestrati attrezzi utilizzati per far saltare i bancomat, armi, tra le quali una pistola 7,65 perfettamente funzionate con relative munizioni, ricetrasmittenti e circa 18mila euro in contanti, probabilmente frutto dei colpi effettuati.
Le indagini della squadra mobile potentina sono iniziate dopo la cattura di Nicola Cassano, avvenuta nel novembre dello scorso anno. Cassano, il 18 marzo 2013 dopo aver beneficiato di un permesso premio, non era più rientrato nel carcere di Porto Azzurro, dove stava scontando una pena definitiva per l’omicidio del maresciallo dei carabinieri Marino Di Resta, 34enne di Sessa Aurunca. avvenuto a Pescara il 19 settembre del 1996.
Nell’ambito delle ricerche del latitante, gli investigatori risalirono, grazie ad una serie di intercettazioni, a Vincenzo Marchese (avrebbe favorito la latitanza dello stesso Cassano) ed agli altri componenti della banda, scoprendone l’attività malavitosa ai danni di bancomat.
Le indagini della Squadra Mobile di Potenza proseguono per verificare se la banda possa essersi resa responsabile, con la collaborazione di altre persone la posizione delle quali è all’esame degli investigatori, di altri episodi analoghi verificatisi in Basilicata e Puglia.