“Un settore stressato da un potere politico ignorante e insensibile verso ciò che l’Italia è in grado di fare, di produrre e, anche, di dimostrare. L’assenza di vere politiche industriali ed interventi relativi a programmi per la reindustrializzazione e riconversione delle aree e dei settori industriali colpiti da crisi stanno portando ad un sistema Nazionale che non garantirà sviluppo e benessere”.
Lo sostiene il segretario regionale dell’Ugl Basilicata Giovanni Tancredi commentando le stime provvisorie dell’Istat e sottolineando che, “i dati Istat fotografano un Sud dimenticato da un governo miope e sordo alle lamentele di sofferenza del popolo. Il territorio è fermo con un tasso di disoccupazione quasi tre volte superiore a quello del settentrione e il doppio di quello del centro. Il fatturato e ordinativi dell’industria in forte calo a luglio 2015 relativamente al mese dell’anno precedente, è frutto di una mancata politica per lo sviluppo a imprese innovative e nei settori industriali strategici”.
“In Basilicata – continua Tancredi – regge un solo inquietante sistema, disoccupazione di lunga durata, sistema solo lievemente in movimento grazie all’Fca di Melfi che ha investito nel territorio dando ossigeno all’occupazione se pur, il governo Renzi non ha tutelato il made in Italy automobilistico e non, tant’è che diversi colossi industriali sono già organizzati a lasciare definitivamente la regione e l’Italia essendo interessati a valorizzare le loro società e attività in territori dove le condizioni garantiscono un ruolo decisivo nello sviluppo della loro impresa”.
“Per il bonus occupazionale – prosegue l’esponente Ugl – la nostra regione ha subito un vero e proprio scippo poiché le tante risorse prima destinate al Mezzogiorno, il Governo Renzi le ha dirottate in larga parte verso le imprese delle regioni settentrionali. La Basilicata si accingerà ad un autunno occupazionale di lacrime e sangue avvallata da politica lungimirante a creare disoccupazione di lunga durata”.
“Renzi ha lasciato il Sud totalmente alla deriva. Bisogna frenare tutto ciò – conclude Tancredi – intervenendo su scelte localizzative, produttive e di ricerca delle grandi imprese: la politica deve comprendere che l’efficienza, la rapidità, la certezza degli interventi a sostegno delle produzioni ad alta tecnologia sono ancora più rilevanti che nella generalità delle politiche industriali, dati i tempi molto serrati della concorrenza internazionale e la necessità di poter programmare in archi temporali ristretti e certi le scelte delle imprese”.