Immediata la risposta della Polizia di Stato alle tre rapine in banca nel giro di un mese perpetrate recentemente in provincia di Matera: ieri sono stati arrestati tre dei quattro responsabili. Sono rapinatori professionisti del tarantino e del foggiano.
“E’ il risultato più importante della recente attività investigativa della Squadra Mobile e del Commissariato di P.S. di Pisticci”, così ha detto il Questore Stanislao Schimera nella conferenza stampa tenuta stamattina in Questura insieme al Capo della Squadra Mobile, Vice Questore Aggiunto Nicola Fucarino e al dirigente del Commissariato di Pisticci, Commissario Capo Gianni Albano.
Il Questore ha quindi sottolineato con orgoglio il risultato pieno ottenuto dai “suoi uomini”, che nella circostanza hanno sviluppato e portato a termine in tempi brevissimi investigazioni condotte in maniera tradizionale, senza l’ausilio di intercettazioni. Il lavoro degli investigatori, muniti delle tre doti fondamentali richieste ad un poliziotto: pazienza, curiosità e tenacia – ha aggiunto il Questore – è stato un puro lavoro di intelligence, che denota grandi capacità professionali ed una profonda conoscenza del territorio.
La prima rapina in ordine di tempo è quella compiuta il 28 aprile scorso alla Banca Popolare di Bari di via La Martella a Matera. In quella occasione due uomini travisati da passamontagna e armati di taglierino portarono via quasi 25 mila euro, dopo una colluttazione con un dipendente della banca, rimasto perciò ferito.
Grazie soprattutto alle immagini del sistema di videosorveglianza interna alla banca e alla collaborazione del Commissariato di P.S. di Cerignola, è stato in brevissimo tempo individuato uno dei due rapinatori: Valerio Brenvaldi, classe 1992 da Cerignola (FG), pregiudicato.
La ricerca dell’uomo era risultata però vana poiché risultava sempre irreperibile sia a casa che fuori.
L’epilogo ieri, quando, dopo l’emissione dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere a suo carico, i poliziotti della Squadra Mobile di Matera hanno bussato alla porta di casa.
Ma ancora una volta a casa lui non c’era. Ma solo apparentemente: i poliziotti, infatti, sono riusciti a scovarlo in un nascondiglio ricavato all’interno di un letto a cassettoni dove dormiva la figlia.
Le altre due rapine sono state portate a termine da due malviventi del tarantino: D’Antona Piervito, classe 1979 da Carosino e Venneri Andrea, classe 1994 da San Giorgio Jonico.
A scoprirli sono stati gli investigatori del Commissariato di P.S. di Pisticci e della Squadra Mobile che nella circostanza hanno operato insieme.
La prima rapina risale al primo pomeriggio del 4 maggio e fu perpetrata ai danni della Banca Apulia di Marconia da due rapinatori, che agirono a volto scoperto, pericolosamente armati di due pistole. In quella occasione riuscirono a portare via solo 156 euro e qualche assegno.
Gli investigatori di Pisticci sono risaliti ai due grazie alla rapidità con cui sono giunti sul posto con una volante, riuscendo a cristallizzare la scena del crimine con prontezza e ad avviare tempestivamente le indagini.
Anche in questo caso sono state utili le riprese dell’impianto di videosorveglianza interna, ma anche l’esame dei tabulati telefonici dei due sospettati, che hanno confermato la loro presenza sul posto durante i momenti della rapina.
In particolare, però, è risultato determinante il tatuaggio di uno stiletto che uno dei due rapinatori aveva sul collo e la collaborazione fornita dai Carabinieri di Taranto.
Più difficile invece l’attribuzione agli stessi rapinatori della rapina perpetrata all’Ufficio Postale di via Liguria a Matera il successivo 28 giugno, anche questa volta a volto scoperto ma con un taglierino, che fruttò ai malviventi 3 mila euro.
In questo caso non c’erano immagini a supportare le indagini e uno dei rapinatori aveva cercato di sviare gli investigatori, fingendosi straniero. “Dare soldi, avere bisogno di soldi”, aveva intimato al cassiere, rimasto poi ferito ad uno zigomo.
In un primo momento il diversivo aveva funzionato, mandando gli investigatori fuori pista nell’ambiente degli extracomunitari.
Ma la curiosità e l’intuito di un poliziotto ha risolto la vicenda in maniera determinante. Ricordava infatti un particolare di uno dei due rapinatori di Marconia: la barbetta. Barbetta che ricompariva nella descrizione fatta dagli impiegati dell’Ufficio Postale di uno dei malfattori a loro rivoltisi.
L’intuizione si è rivelata felice alla verifica fatta dagli investigatori, che hanno raccolto poi altri elementi decisivi che attribuiscono senza ombra di dubbio ai due rapinatori di Marconia anche la rapina all’Ufficio Postale di via Liguria.
Per questo, come per gli altri due episodi criminosi, rilevante alla identificazione dei soggetti responsabili dei delitti è stato anche il contributo del personale tecnico della Polizia Scientifica.
Un particolare emerso dalle indagini: il D’Antona è operaio elettricista dell’Ilva di Taranto e per le due rapine aveva ottenuto regolarmente il permesso per assentarsi dal lavoro.