In questo settore è risultato particolarmente rilevante il contributo dello stabilimento SATA di Melfi, le cui linee produttive sono state recentemente riconvertite.
Il buon andamento dell’automotive ha inciso sulle esporta zioni, cresciute in modo sostenuto nella parte finale dell’anno; al netto di tale settore le vendite verso l’estero sono risultate tuttavia sostanzialmente stabili rispetto al 2013.
Nel comparto del mobile, che nell’ultimo decennio ha subito un significativo ridimensionamento dell’attività produttiva, le esportazioni hanno mostrato una dinamica crescente.
Il settore delle costruzioni ha continuato a risentire della debolezza del mercato immobiliare: le compravendite hanno registrato un ulteriore calo rispetto al 2013.
Nei servizi il valore aggiunto si è ridotto con un’intensità simile rispetto all’anno precedente, sebbene sia proseguito il positivo andamento dei flussi turistici verso le principali destinazioni del territorio regionale. Tra queste, ha registrato una crescita rilevante delle presenze turistiche la città di Matera, recentemente designata Capitale europea della cultura per l’anno 2019.
Durante la crisi gli investimenti fissi si sono ridotti in Basilicata, sebbene con una intensità inferiore rispetto al resto del Paese. Gli investimenti in infrastrutture hanno accusato una flessione più marcata.
L’occupazione è aumentata nel 2014 del 2,1 per cento su base annua, più che in Italia e in controtendenza rispetto al Mezzogiorno. L’aumento ha riflesso soprattutto il buon andamento del comparto industriale; sono inoltre diminuite le ore autorizzate di cassa integrazione guadagni. L’incremento dei livelli occupazionali ha determinato una lieve riduzione del tasso di disoccupazione al 14,7 per cento, un livello significativamente inferiore alla media del Mezzogiorno. La diminuzione del tasso di disoccupazione non ha tuttavia riguardato i lavoratori laureati, pur in presenza di un incremento della propensione dei più istruiti a emigrare verso le altre aree del Paese.
Durante la crisi sono peggiorate le condizioni economiche delle famiglie lucane, soprattutto di quelle più indigenti. L’indicatore di povertà assoluta è aumentato ed è cresciuta anche la quota di individui a rischio di povertà. Nel 2014 l’attività economica ha ristagnato La crescita dell’export è attribuibile soprattutto all’ automotive La recessione ha determinato una forte contrazione degli investimenti.
I prestiti hanno continuato a contrarsi nel 2014, sebbene in misura meno marcata rispetto al 2013. Il credito eroga to alle famiglie, che hanno beneficiato della diminuzione dei tassi di interesse applicati ai mutui, è diminuito in modo più contenuto rispetto al 2013. Il credito alle imprese ha continuato a ridursi a un ritmo simile a quello dell’anno precedente: il calo si è attenuato per i finanziamenti collegati alla gestione del portafoglio commerciale e all’operatività ordinaria mentre si è intensificato per i finanziamenti a più protratta scadenza. La qualità del credito in regione, pur continuando a risen- tire della perdurante debolezza dell’attività economica, ha mostrato un lieve miglioramento.
Nel 2014 il flusso di nuove sofferenze si è ridotto al 2,7 per cento dei prestiti, riflettendo il calo dell’indicatore riferito alle imprese. La rischiosità è tuttavia peggio- rata per i prestiti delle imprese con meno di venti addetti. L’incidenza delle altre partite deteriorate (incagli, crediti scaduti e prestiti ristrutturati) rispetto ai prestiti è rimasta pressoché stabile rispetto al 2013. Nel 2014 è proseguito il processo di razionalizzazione della rete distributiva delle banche operanti in Basilicata. Gli intermediari, soprattutto quelli appartenenti ai grandi gruppi bancari, hanno rimodulato la rete a favore degli sportelli con maggiori volumi operativi.