Dopo aver bloccato questa mattina il cantiere i sindacati hanno chiesto e ottenuto udienza in prefettura. La convocazione non è ancora ufficiale, ma l’incontro con Anas, azienda e amministrazione comunale si dovrebbe tenere mercoledì in mattinata, riferisce Franco Pantone della Filca Cisl.
Proprio il sindacalista della Filca lancia parole forti contro Anas e azienda e vuole vederci chiaro sulle reali motivazioni che hanno portato al mancato rinnovo dei contratti. “I contratti non rinnovati sono lievitati a venti, cioè un terzo della forza lavoro attualmente alle dipendenze”, fa notare Pantone. “È il segnale evidente di un rompete le righe. E noi vogliamo capire perché dopo appena due anni il cantiere rischia di fermarsi un’altra volta”.
Pantone sospetta che “qualcosa nell’operazione di fitto di ramo d’azienda condotta nel 2013 dopo il fallimento della Intini non sia andata per il verso giusto. L’Anas ci disse all’epoca che si trattava di un’operazione mai tentata prima, ma che c’erano le garanzie per portare a conclusione l’opera nei tempi stabiliti. Cos’è successo nel frattempo e perché si è inceppata questa sofisticata operazione di ingegneria burocratica?”, si chiede Pantone. “Non vorrei che fosse come la storia del muto che disse al sordo che il cieco li guardava. I lavoratori sono stati colpiti nella loro dignità ed esigono rispetto. Se la responsabilità è della ditta, si cambi ditta; se è dell’Anas, paghi chi deve pagare; ma se qualcuno pensa di poter fare il torello con i lavoratori, ha sbagliato di grosso”.
Fonte: Luigi Cannella, Ufficio stampa Cisl Basilicata
Proprio il sindacalista della Filca lancia parole forti contro Anas e azienda e vuole vederci chiaro sulle reali motivazioni che hanno portato al mancato rinnovo dei contratti. “I contratti non rinnovati sono lievitati a venti, cioè un terzo della forza lavoro attualmente alle dipendenze”, fa notare Pantone. “È il segnale evidente di un rompete le righe. E noi vogliamo capire perché dopo appena due anni il cantiere rischia di fermarsi un’altra volta”.
Pantone sospetta che “qualcosa nell’operazione di fitto di ramo d’azienda condotta nel 2013 dopo il fallimento della Intini non sia andata per il verso giusto. L’Anas ci disse all’epoca che si trattava di un’operazione mai tentata prima, ma che c’erano le garanzie per portare a conclusione l’opera nei tempi stabiliti. Cos’è successo nel frattempo e perché si è inceppata questa sofisticata operazione di ingegneria burocratica?”, si chiede Pantone. “Non vorrei che fosse come la storia del muto che disse al sordo che il cieco li guardava. I lavoratori sono stati colpiti nella loro dignità ed esigono rispetto. Se la responsabilità è della ditta, si cambi ditta; se è dell’Anas, paghi chi deve pagare; ma se qualcuno pensa di poter fare il torello con i lavoratori, ha sbagliato di grosso”.
Fonte: Luigi Cannella, Ufficio stampa Cisl Basilicata