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Salute

Dipendenza dal gioco d'azzardo. Un ricerca conferma la gravità del fenomeno

USB - Ufficio Stampa Basilicata 26 Ottobre 2019
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Giocano prevalentemente per tentare la fortuna e per solitudine. Prediligono il gratta e vinci e il lotto, in quanto non considerati giochi d’azzardo, e i luoghi adibiti sono ricevitorie, tabaccherie e bar. È quanto emerge dalla ricerca sulla dipendenza dal gioco di azzardo promossa da Spi Cgil Potenza, Ser.D dell’Asp e Associazione “Famiglie Fuori Gioco” su un campione di 700 persone con in media circa 68 anni.

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La ricerca è stata presentata oggi nell’Aula Magna dell’Università di Basilicata di Rione Francioso, a Potenza, da Antonella Germano dell’Asp, dal segretario generale Spi Cgil Potenza Pasquale Paolino e dal presidente dell’associazione Famiglie fuori gioco Michele Cusato. Sono intervenuti anche il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa, il segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Leone e Antonella Pezzullo, della segreteria Spi Cgil nazionale.

Gli anziani a cui sono stati somministrati i questionari vivono prevalentemente in famiglia ma una buona parte, il 24%, vive sola.
La maggior parte delle volte giocano da soli e a distanza di molto tempo, sebbene una buona percentuale, specialmente maschile, ammette di giocare con frequenza settimanale. La spesa è irrisoria, massimo fino a 5 euro e oltre il 60 per cento degli intervistati dichiara di aver vinto. Ciò, secondo la ricerca, comporta un rischio molto alto in quanto la combinazione scarso investimento e alta probabilità di vincita è una incentivazione al gioco. Non è presente un forte fenomeno di indebitamento anche se il 10 per cento ammette di esseri indebitato qualche volta.
La maggior parte, infine, ritiene che il gioco diventi un problema quando ci si indebita o si mente ai propri familiari e non quando si impiega molto tempo per giocare, oltre a non sapere a chi rivolgersi nel caso in cui in famiglia si abbia una persona affetta da gioco patologico. “Abbiamo creduto che nessuno meglio di un sindacato come lo Spi Cgil, che da sempre opera nell’interesse dei pensionati, della loro condizione economica e sociale,  potesse operare al fine di comprendere i comportamenti e le motivazioni che spingono al  gioco sempre più persone anziane e abbiamo pensato di analizzare le conseguenze sia in termini di spesa e sia di problemi di relazione – afferma Pasquale Paolino – Vogliamo far crescere tra le persone anziane la  consapevolezza di quanto sia facile cadere nella trappola del gioco d’azzardo patologico e analizzare i rischi e le sue ricadute sociali. La nostra iniziativa si pone l’obbiettivo di allarmare le  istituzioni e la politica sul degrado a cui il gioco d’azzardo patologico espone le persone e le famiglie, in quanto il fenomeno  coinvolge più aspetti: personale, familiare, sociale, sanitario, legale,  politico.

Pasquale Paolino

Sono sconcertanti – ha continuato Paolino – i dati ufficiali diffusi dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli su quanto è stato speso in Basilicata nel corso del 2018 per il gioco, tra  lotterie istantanee, slot machine, lotto e superenalotto: 524 milioni e 757 mila euro, quasi 320 milioni nella provincia di Potenza. Oltre 900 euro a persona. Oltre 2.000 euro a famiglia. Il gioco d’azzardo  patologico è diventato ormai anche nel nostro territorio  un’emergenza sociale, che si diffonde in maniera impressionante  con conseguente drammatiche per molte famiglie e lo stesso tessuto  sociale”.

A causa delle strette connessioni tra le condizioni di vita degli anziani e la dipendenza dal gioco di azzardo, lo Spi Cgil ritiene che tra gli interventi utili a mettere un arginare al dilagare della patologia, “vi siano le politiche sociali – ha detto Paolino – che possono andare a colmare quel deficit di luoghi di socializzazione che isola sempre di più alcune categorie di persone. Per contrastare la solitudine e l’esclusione sociale di tanti anziani è necessario approntare azioni di contrasto che consentano una vita lunga, in buona salute ed attiva nella comunità. È necessario agire, prima ancora che nell’ambito dei servizi sociali, su una pluralità di dimensioni: condizioni abitative, mobilità, spazi pubblici, ambiente, tecnologie, partecipazione, apprendimento, tariffe, sicurezza, lavoro, comunicazione”. Lo Spi Cgil, anche attraverso il suo segretario regionale Nicola Allegretti, chiede pertanto il “finanziamento della legge regionale sull’invecchiamento attivo, aprendo un tavolo di confronto su salute, benessere, vita autonoma e partecipazione sociale”.

Alle richieste dello Spi Cgil si aggiungono quelle dell’associazione Famiglie Fuori gioco, che dal 2010 segue le famiglie che hanno al loro interno persone affette dal gioco patologico attraverso gruppi di mutuo aiuto: l’associazione chiede che venga rinominato l’osservatorio regionale sulla dipendenza dal gioco d’azzardo e che vengano utilizzati i fondi, fermi da quattro anni, messi a disposizione dallo Stato per le Asl  per l’avvio di progetti sulla prevenzione.
All’incontro sono intervenuti anche il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa (“Abbiamo chiesto alla Regione che si apra un confronto su quale piano sanitario si vuole realizzare per rispondere alle esigenze dei cittadini”), il segretario generale Spi Cgil Basilicata Nicola Allegretti, l’assessore regionale alla Sanità Rocco Leone e Antonella Pezzullo, della segreteria Spi Cgil nazionale.

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