In riferimento ad alcuni articoli di stampa usciti in queste ore – basati su rumors o veline interne agli Uffici regionali – per evitare che ai Lucani arrivi una informazione sbagliata o frutto di interessi di parte, il presidente della Regione Basilicata, Vito Bardi precisa quanto segue.
“Con decreto in data 30.4.2019 il Presidente della Giunta regionale della Basilicata ha disposto la nomina del dr. Fabrizio Grauso a Capo dell’Ufficio di Gabinetto. Il decreto costituisce il corretto e legittimo atto formale con il quale il Presidente ha provveduto a compiere uno dei primissimi atti del proprio mandato, indispensabile per l’avvio di qualsiasi procedura prevista per l’Ente. Infatti il Gabinetto, ai sensi dell’art. 2, comma 8-bis della legge regionale n. 31/2010, è ufficio di diretta collaborazione dello stesso Presidente, vale a dire l’ufficio del quale il vertice politico dell’ente Regione si avvale, con esclusive competenze di supporto e raccordo con l’amministrazione regionale, per l’esercizio della funzione di indirizzo politico, come stabilito dagli artt. 4 e 14 del decreto legislativo 165/2001 (testo unico sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), al quale la legge regionale fa espresso riferimento. In coerenza con tale definizione, la stessa legge regionale (art. 2 commi da 8-bis a 8-quater) stabilisce che il Capo di Gabinetto, in qualità di titolare del predetto ufficio, è scelto dal Presidente, intuitu personae, anche tra gli estranei all’amministrazione regionale; che avendo carattere fiduciario, il relativo incarico può essere conferito per la durata massima del mandato del Presidente, e costituisce struttura dirigenziale, in posizione di autonomia rispetto ai Dipartimenti regionali, per essere posto alle dirette dipendenze del Presidente. Questi connotati rendono evidente che la nomina del Capo di Gabinetto non può che essere adottata con atto dell’organo di vertice che lo stesso è chiamato ad assistere direttamente, come del resto avviene per i Capi di Gabinetto dei Ministri del Governo statale e per i Capi di Gabinetto dei Presidenti delle altre Regioni. Le disposizioni regionali citate, infatti, sono state adottate nel 2017 per adeguare pienamente l’ordinamento della Regione Basilicata al nuovo statuto, entrato in vigore nel 2016, nonché ai principi fondamentali della legge statale in materia, superando completamente le precedenti disposizioni, in base alle quali era la Giunta a nominare anche il Capo di Gabinetto, allorché questo ufficio era inserito nell’amministrazione regionale (dunque, non era autonomo da essa), esercitava funzioni di gestione, oggi completamente separate dalle funzioni di indirizzo politico e di raccordo con queste ultime, e la funzione di sovrintendere agli uffici regionali era affidata dal vecchio statuto (art. 31) all’intera Giunta, anziché, come avviene oggi, al Presidente in prima persona (art. 48, lettera i, del nuovo statuto). Con lo stesso decreto il Presidente della Giunta ha definito anche, in sede di prima applicazione, il trattamento economico del Capo di Gabinetto, in misura pari a quello dei dirigenti di fascia c) della Regione, con una maggiorazione del cinquanta per cento, “tenuto conto della temporaneità del rapporto, delle specifiche responsabilità connesse all’incarico attribuito, della specifica qualificazione professionale e della qualità della prestazione individuale”. Anche tale previsione è pienamente in linea con le norme e i principi che regolano la materia, poiché la definizione del trattamento economico è coessenziale all’attribuzione dell’incarico e, del resto, non si discosta dai criteri previsti dalla legge regionale per gli altri dirigenti nominati tra gli esterni all’amministrazione regionale o intuitu personae. Peraltro, allo stato, non risultano ancora formalizzati gli atti relativi alla concreta attribuzione del suddetto trattamento, per cui il Capo di Gabinetto nominato svolge il proprio incarico ancora a titolo gratuito e lo stesso trattamento è inferiore a quello percepito dagli attuali dirigenti di vertice (direttori generali) della Regione.
Infine. Tutte le modifiche o le riforme poste in capo al Personale – che saranno prese nei prossimi giorni – saranno fatte a saldi invariati, e non comporteranno aumenti di spesa in bilancio nel rispetto delle norme e della contabilità regionale. Per questi motivi, le notizie apparse in queste ore non solo sono prive di fondamento, ma paiono ispirate a una campagna denigratoria che altri organi valuteranno.
Per Summa e Scarano (Cgil): “Una decisione del tutto discrezionale che stride con le tante urgenze dell’Ente”
Bardi con la stessa solerzia convochi i sindacati e pensi alla riorganizzazione della governance regionale”
“Il walzer cui abbiamo assistito in questi giorni sulla composizione della Giunta regionale e la nomina del nuovo Capo di Gabinetto della Giunta non è certo quello che auspicavamo come biglietto da visita del nuovo governo regionale”.
È quanto dichiarano il segretario generale Cgil Basilicata Angelo Summa e la Giuliana Scarano della Fp Cgil di Basilicata sulla nomina del nuovo Capo di Gabinetto da parte del governatore Vito Bardi.
“In occasione del primo maggio, appena alle nostre spalle – continuano Summa e Scarano – abbiamo evidenziato le tante vertenze che attraversano la nostra regione e che richiedono un impegno immediato della nuova Giunta, di cui aspettiamo la formalizzazione, e del Consiglio che oggi si insedia. Tutta la querelle nata sul decreto di nomina del Capo di Gabinetto e in particolare il corposo incremento del trattamento economico – incremento del tutto discrezionale e non ancorato a nessun criterio normativo – rispetto a chi ha precedentemente rivestito il medesimo incarico dirigenziale, nel medesimo Ufficio, stride fortemente con le tante urgenze dell’Ente. Vorremmo ricordare al presidente Bardi – aggiungono Summa e Scarano – che i lavoratori della Regione attendono a oggi il completamento dell’iter per l’attribuzione delle progressioni economiche orizzontali e gli incarichi di posizione organizzativa sono fermi al palo nonostante un confronto che, seppur tardivamente avviato dall’amministrazione, ha visto le organizzazioni sindacali dare la propria disponibilità e responsabile collaborazione per giungere a una regolamentazione che consentisse il conferimento degli incarichi prima della scadenza improrogabilmente fissata dal contratto collettivo nazionale del lavoro al 20 maggio. Tanto allo scopo di evitare che, seppur in assenza di un nuovo assetto macro organizzativo, l’assenza di figure apicali negli snodi organizzativi strategici potesse limitare la piena operatività della macchina amministrativa. Ma al di là di queste urgenze che intrecciano la valorizzazione professionale del personale con la funzionalità della macchina amministrativa – precisano Summa e Scrano – riteniamo che il nuovo governo regionale debba misurarsi con immediatezza con una profonda riorganizzazione della governance regionale da cui molto del futuro di questo territorio dipende. L’attuale sistema regionale è indubbiamente il frutto dei processi di riordino istituzionale che, nel segno delle emergenze, hanno caratterizzato questi anni: il sistema delle autonomie locali ha vissuto anni di grande incertezza, con riforme di assetti istituzionali fatte dando per scontato l’esito positivo del referendum del 4 dicembre 2016, il tutto accompagnato da tagli ai trasferimenti, erosione di competenze e blocco delle assunzioni, che hanno scaricato nuove attività e la garanzia dei servizi su un minor numero di personale. Ecco perché – ribadiscono – bisogna ripartire dalla difesa dei servizi pubblici, puntando ad una riforma istituzionale complessiva, rafforzando la funzione di programmazione e controllo della Regione, completando il processo di riforma degli enti strumentali (Alsia, Arlab, Arpab, Egrib solo per citarne alcuni), scommettendo su unioni di comuni ottimali e gestioni associate che oggi sono lasciate all’opportunità dei singoli amministratori. Uno dei principali problemi è che questi temi non sono mai stati affrontati anche in relazione all’organizzazione del lavoro che si potrebbe avere con una diversa configurazione degli Enti oppure immaginando organizzazioni dei servizi che garantiscono livelli uguali su territori più ampi. E’ evidente che in questo quadro sarà fondamentale scegliere alla guida deli enti interessati figure dotate di elevata competenza e professionalità in grado di accompagnare processi di riforma cosi strategici per la nostra regione. Auspichiamo – concludono Summa e Scarano – che il governatore Bardi, con la stessa solerzia con cui si è premurato di legittimare il potenziale trattamento economico del nuovo Capo di Gabinetto, a quanto pare già informalmente al lavoro negli uffici regionali, assuma quale priorità quella di delineare e costruire con l’apertura di un confronto con le organizzazioni sindacali un rinnovato modello di governance regionale e territoriale in grado di garantire, attraverso un sistema più snello e privo di duplicazioni, la diffusione dei servizi sul territorio in modo integrato e omogeneo, contestualmente rafforzando il ruolo programmatorio della regione. Questi sono per noi tasselli fondamentali per le sfide di crescita della Basilicata del futuro”.