Il primo accusava gli uffici regionali di non averlo presentato nei termini; il secondo che gli stessi erano stati rispettati.
Abbiamo cercato di fare chiarezza, acquisendo documenti in merito.
Quello che vi proponiamo è la copia della ricevuta della mail che l’ufficio legale della Regione ha inviato all’Ufficio Contenzioso del Governo il 3 luglio scorso,con allegato ricorso al Tar, interrompendo così i termini che scadevano il 5 luglio e riservandosi di integrare la documentazione con gli altri documenti previsti. Non si poteva fare diversamente – ci dicono sempre gli uffici – perché la mozione del consiglio regionale, con la quale s’impegnava la giunta a fare ricorso è stata votata soltanto nella seduta del 30 giugno.
Come si ricorderà, dopo la nota del consigliere Leggieri, il presidente Pittella aveva preannunciato querela nei suoi confronti. Lo stesso aveva fatto il diirgente dell’ufficio legale della regione, Antonio Pasquale Golia.
Veniamo al ricorso. Su che cosa si fonda? Sul fatto che appare immediatamente viziato da vari profili di illegittimità costituzionale, presentando evidenti violazioni di norme costituzionali, nonché viziato da illegittimità ed eccesso di potere, in quanto non conforme ai principi dettati nello stesso decreto legge cui deve dare attuazione.
Tesi, questa, che viene ovviamente sviluppata nello stesso, in base alla quale si chiede al Tar del Lazio di dichiarare la rilevanza e non manifesta infondatezza delle diverse questioni di legittimità costituzionale evidenziate nel corpo del ricorso, disponendo il conseguente inoltro degli atti alla Corte Costituzionale; accogliere il presente ricorso e per l’effetto disporre l’annullamento dell’atto impugnato.