E’ andato giù duro Luigi Di Maio facendo riferimento alla situazione politica in Basilicata dopo l’inchiesta sulla sanità che ha coinvolto il Presidente della Giunta Regionale, Marcello Pittella, agli arresti domiciliari dal 6 luglio.
Di Maio ne ha chiesto le dimissioni “per evitare che la regione rimanga ancora ostaggio di Pittella che – ha detto – attende una sentenza che possa scarcerarlo per consentirgli di ricandidarsi”.
Le dimissioni di Pittella sono state chieste anche dal candidato alle prossime regionali del M5S Antonio Mattia e dei parlamentari pentastellati.
A stretto giro di posta è giunta la risposta ad Antonio Mattia da parte dei consiglieri regionali Antonio Bochicchio, Luca Braia, Carmine Miranda Castelgrande, Roberto Cifarelli, Paolo Galante, Vito Giuzio, Franco Mollica, Aurelio Pace, Francesco Pietrantuono, Mario Polese, Vincenzo Robortella, Giuseppe Soranno, Achille Spada.
Il documento non è stato sottoscritto da Piero Lacorazza e Vito Santarsiero.
“Se non fosse che parla il candidato alla presidenza della Regione Basilicata ci sarebbe quasi da aver tenerezza di Antonio Mattia. Dispiace leggere tanto qualunquismo e tanta superficialità tutta insieme in poche frase da parte di chi si candida a governare la Basilicata.
Mattia – sostengono i sottoscrittori del documento – passa dagli slogan al giustizialismo più becero chiedendo al governatore Marcello Pittella di dimettersi e adducendo valutazioni tutte di carattere elettoralistico.
A Mattia ricordiamo che la richiesta di dimissioni al governatore è stata già discussa e votata in Consiglio regionale cioè nella massima espressione legislativa e politica della Basilicata.
In quella sede, dopo un dibattito acceso, il Consiglio regionale ha respinto la richiesta di dimissioni decidendo di rispettare il principio garantista sancito dalla nostra Costituzione in cui tutti i cittadini italiani, nessuno esclusi, sono innocenti fino al terzo grado di giudizio.
Vogliamo poi dire a Mattia inoltre che il Consiglio regionale non è ostaggio di nulla e di nessuno. L’assemblea è stata eletta da decine di migliaia di elettori e sta concludendo la propria attività legislativa in piena autonomia e in piena legittimità politica così come per rispetto delle leggi.
Il voto degli elettori va rispettato come va rispettato Marcello Pittella eletto da centinaia di migliaia di lucani e non da poche decine di elettori sui social”.
Per i sottoscrittori del documento il candidato governatore del M5S “sarebbe preoccupato di non votare subito perché nel frattempo il Governo del cambiamento sta mostrando tutta l’inadeguatezza e tutta la pochezza della maggioranza e dei 5 stelle e che quindi con il passare delle settimane risulterà sempre più evidente che le bugie e gli slogan hanno le gambe corte non è un problema della democrazia e della politica lucana.
La maggioranza da parte sua confida che i cittadini quando saranno chiamati alle urne per rinnovare l’amministrazione regionale sapranno ben valutare.
Mattia propone le dimissioni in blocco dell’intero consiglio, ma non spiega come mai i consiglieri del Movimento 5 Stelle non si siano dimessi il giorno dopo la notizia di quanto capitato al Presidente Pittella.
Non si commenta poi il riferimento alla vicepresidente della Regione, assessore Franconi che essendo una ‘tecnica’ non dovrebbe governare.
Ci chiediamo soltanto – concludono i consiglieri regionali firmatari del documenti – se Mattia è a conoscenza del fatto che il Governo pentastellato è guidato dal premier Conte che al netto degli slogan da campagna elettorale degli stessi grillini non è stato eletto ma nominato”.
A Di Maio risponde anche il segretario regionale del Pd di Basilicata. Mario Polese, che in un video che vi proponiamo pone cinque domande al leader del M5S.
https://www.facebook.com/1425131377/posts/10219061383231898/