La natura, l’uomo e la simbiosi che li lega. Gli elementi, il colore e il calore della Terra, della madre Terra, gli alberi e il cielo si intrecciano nelle opere pittoriche di Domenico Conforte, in mostra a Potenza presso il Museo Archeologico Provinciale.
L’esposizione, inaugurata ieri, venerdì 10 agosto, comprende opere storiche e il nuovo ciclo “Il mistero della natura”, realizzati dell’artista, nato a Ruoti e residente a San Miniato (PI).
Con l’autore, sono intervenuti all’evento, moderato da Veronica D’Andrea, Piera De Marca, funzionario del Museo Archeologico Provinciale di Potenza, Anna Maria Scalise, sindaco di Ruoti, Don Antonio Arenella, parroco di Ruoti. Presente anche il gruppo folk Miss 48, con figuranti in abito tradizionale ruotese.
Conforte, allievo, all’Accademia di Belle Arti di Firenze, di grandi maestri come Afro Basaldella, Vinicio Berti, Domenico Viggiano, artista pluripremiato (tra i riconoscimenti, il premio nazionale d’arte contemporanea “Miglior Artista del 2016” e il premio internazionale “Galileo Galilei”) e con la partecipazione ad Expo 2015, propone nuovamente le sue opere in Basilicata, dopo la mostra, nel 2014, nella sua città natale.
Un’ attività artistica, quella di Domenico Conforte, incentrata sulla natura e su quello che rappresenta per l’uomo, dalle origini alla quotidianità, nel ciclo della vita, alla continua ricerca di ciò che può essere solo percepito.
“La mia passione è sempre stata la natura – spiega Conforte – perché io provengo da una civiltà agricola e pastorale. Quando ero in Lucania frequentavo i boschi, con mio nonno, seguivo i miei genitori quando mietevano il grano, quindi ho interiorizzato la natura perché ne ero strettamente a contatto. Tutto questo si è depositato in me e a livello inconscio quando dipingo viene alla luce”.
Corpi come alberi, di tronchi e radici, colori materici a delineare fluide figure a metà tra uomo ed elementi naturali, senza confini fisici, ma unite in un unico vortice, dinamico come la natura che non si ferma mai.
“Io non dipingo quello che vedo, ma vado alla ricerca della causa che determina il visibile – ha aggiunto l’artista – Mi interessa ciò che c’è dietro il visibile, perché la parte visibile è fuggente, come dicevano gli impressionisti. A me piace andare a cercare quello che rimane perenne nel tempo, l’essenza della natura”.
In ogni opera, rivivono con intensità l’infanzia e l’adolescenza vissute dal maestro in campagna: Profumo di grano 2, La nascita di Flora, Demetra (dea del grano e dell’agricoltura), sono solo alcuni dei dipinti in cui mitologia e tradizione diventano arte figurativa, attraverso linee morbide, curve, intrecci, fusioni di colore.
Nella natura dunque, secondo l’artista, le radici dell’uomo ma sempre con un mistero nascosto da ricercare.
La mostra è visitabile fino al giorno 8 settembre, con i seguenti orari:
martedì: 9.00 – 13.30
da mercoledì a sabato: 9.00 – 13.30; 16.00 – 19.00.