La Visitatio Joannis Baptistae Santonio, Visita pastorale di Giovanni Battista Santonio, è un manoscritto latino inedito, conservato nell’Archivio Vescovile di Tricarico, risalente agli anni 1588-89 relativo ai paesi di Armento, Montemurro, Tricarico, Albano, Grassano, Calciano, Garaguso, Oliveto Lucano, Accettura , San Mauro Forte, Salandra, Stigliano, Craco e Montalbano.
A pubblicarlo è stato don Giuseppe Filardi, storico, parroco di Accettura che ne ha curato l’edizione nella quale i testi sono stati trascritti e affrontati dal punto di vista storiografico allo scopo di offrire agli studiosi e ai paesi interessati un materiale prezioso ed inedito.
L’importanza del testo si fonda su due elementi: l’autore e l’argomento.
– Santonio è il tipico esempio di vescovo tridentino: esperienza locale (Alife e Tricarico), nella Curia Romana (praefectus domus), di proiezione europea (nunzio apostolico in Svizzera) e impegno pastorale. Si coglie un riflesso del suo alto profilo e della stima che seppe guadagnarsi nell’edicola funeraria riservatagli nella Basilica romana di Santa Prassede: opera prima del Bernini, il busto marmoreo che ritrae il vescovo di Tricarico venne presentato dallo scultore al papa al momento della sua richiesta di ingresso nella corte degli artisti papali.
– Il concilio di Trento ha dato alla visita pastorale una regolamentazione rigorosa e ne ha fatto uno strumento capitale della Riforma cattolica; il momento più alto nella vita di una diocesi. La visita coglie la realtà attraverso gli occhi del vescovo, che descrive il patrimonio, le confraternite, gli ospedali, le opere di carità, le opere d’arte, gli altari, le suppellettili, ma riferisce pure della cultura e dei costumi del clero, restituisce, come rileva Gabriele De Rosa, “l’ambito storico-sociale attraverso l’attività e il pensiero del vescovo” illuminando anche l’ambito economico e culturale delle comunità di riferimento.
Il testo fornisce agli studiosi e ai cultori della materia uno strumento imprescindibile per cogliere la realtà di un Mezzogiorno al passaggio tra un Medioevo che sembra non finire, infittitosi com’è tra le trame delle alture lucane, e un’Età Moderna fatta di luce ma anche di ombre, in un momento decisivo della storia della Chiesa.
I dettami del Concilio Tridentino, in contrasto con una comune opinione, troppo frettolosamente diffusasi nella manualistica, permearono anche le zone periferiche grazie a figure di spicco come quella di Santonio.
Altro è il discorso sulla ricezione di quegli stessi dettami, che dovettero fare i conti con realtà piccole e isolate, spesso più attente all’urgenza del quotidiano e meno alle esigenze della dottrina.
La pubblicazione ha attirato l’attenzione di due studiosi che hanno seguito la pubblicazione del testo e che si sono offerti di presentarlo alle stampe: il prof. Guglielmo de’ Giovanni-Centelles, Accademico Pontificio di Belle Arti e Lettere e professore straordinario dell’Università degli Studi Suor Orsola Benincasa di Napoli; Giuseppe Perta, Vicedirettore del Centro di Ricerca sulle Relazioni Mediterranee dell’Università per Stranieri di Reggio Calabria.
Il volume formato da 675 pagine, comprende la presentazione di Mons. Giovanni Intini, Vescovo di Tricarico, la prefazione di Guglielmo de’ Giovanni-Centelles, l’introduzione di Giuseppe Perta, le indicazioni per la edizione, la trascrizione in lingua latina del manoscritto, le note e 2 indici.
Fonte: Accetturaonline.it