C’ è una favola che circola da tempo e soprattutto negli ultimi anni. La favola che racconta di un’Europa solidale.
E’ chiaro che siamo di fronte ad un caso eclatante di mistificazione della realtà grazie ad un’accurata, controllata e pianificata operazione di propaganda. Tra l’altro questa azione segue alla lettera le raccomandazioni di Goebbels il quale sosteneva che l’ossessiva ripetizione di una bugia viene accettata, comunque, come verità. Questo anche in virtù del fatto che “gli uomini –come sosteneva Ciacotin – soprattutto nelle masse, sono inclini a credere alle cose che desiderano vedere realizzate, anche se queste poggiano su deboli argomenti”.
Dunque stavamo raccontando della colossale bugia dell’Europa solidale. Bugia forse nata dalla letterale interpretazione dell’articolo 2 del Trattato dell’Unione Europea che così recita: “L’Unione si fonda sui valori del rispetto della dignità umana, della libertà, della democrazia, dell’uguaglianza, dello Stato di diritto e del rispetto dei diritti umani, compresi i diritti delle persone appartenenti a minoranze. Questi valori sono comuni agli Stati membri in una società caratterizzata dal pluralismo, dalla non discriminazione, dalla tolleranza, dalla giustizia, dalla solidarietà e dalla parità tra donne e uomini”. E considerando che il Trattato subordina anche i dettami costituzionali dei singoli paesi dovremmo stare tranquilli sulla reale azione ispiratrice dei “nostri” governati.
Ma come dicevo è solo una colossale bugia. Scrivere Europa Solidale è solo un gigantesco ossimoro, nulla più.
In primis, e per chiarire, è meglio specificare che l’Unione Europea non è uno Stato federale. Ha, però, come recita l’articolo 47 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea, personalità giuridica (forse è una società per azioni e non lo sappiamo). l’Unione Europea, oggi composta da 28 nazioni, non ha una capitale, né un esercito, né una politica interna, né una politica estera. Non attua una politica fiscale condivisa. In più è giusto sottolineare che solo una parte dei 28 stati, precisamente 17, adottano l’Euro, ossia lo strumento monetario comune, strumento che gli stessi 17 stati hanno deciso di non governare cedendone la sovranità assoluta ad una Banca, la BCE. Un istituto privato, anch’esso con personalità giuridica.
La premessa serve sola a dimostrare fin da subito che è impossibile pensare ad un Europa solidale quando questa è costruita nel modo sopra esposto. Infatti nel momento peggiore della crisi finanziaria la solidarietà non si è proprio vista né sentita. I milioni di cittadini greci, portoghesi, irlandesi, spagnoli, italiani e dunque europei, anzi, dopo aver subito una pesantissima austerità imposta anche dall’Unione Europea (insieme a BCE e FMI), sono stati presi in giro dalle solite bugie sulla solidarietà che secondo la Commissione Europea doveva essere garantita attraverso l’ European Stability Mechanism; meglio conosciuto come ESM e in Italia come MES. Ai più trasferito con un nome, soprattutto negli inutili talk show italiani, abbastanza “solidale”: fondo salva stati.
L’argomentazione utilizzata di solito più o meno recitava così: “il MES è un fondo comune in cui tutte le nazioni europee, in base alle proprie possibilità (l’Italia verserà 125 miliardi di euro, di cui 60 già versati), donano del denaro che potrà essere utilizzato poi dalle stesse nazioni per uscire dalla crisi economica”. Raccontato così, il MES, ha molto del solidale ma è opportuno chiarire meglio il concetto.
Innanzitutto il MES non è un fondo. L’ articolo 1 del trattato che lo ha posto in vigore dice espressamente che è un’istituzione finanziaria internazionale in cui compare anche un amministratore delegato (art 4 e 7).
Ha dunque un’autonomia operativa e può concludere operazioni finanziarie di varia natura, può operare sul mercato e eseguire operazioni mobiliari e immobiliari, per questo ha anche chiesto alla BCE una licenza bancaria.
Ma la funzione principale, almeno in teoria, è quella di aiutare gli stati aderenti in difficoltà finanziare o gravati da una perdurante crisi economica. Dunque vediamo in realtà come è stato costituito e come funzionerà il MES.
L’Italia, per esempio, per poter partecipare al MES, oltre all’obbligo di aver adottato il Fiscal Compact, deve versare l’astronomica cifra di 125 MILIARDI di euro. E’ evidente, allo stato dei fatti, che l’Italia troverà gran parte di questa immensa cifra emettendo debito pubblico ( è evidente perché secondo gli ultimi dati pur con un aumento delle entrate fiscali, pur chiudendo da un decennio il bilancio dello stato in avanzo primario ein presenza di numerosi tagli di spesa il debito pubblico continua a crescere). Dunque per versare i suoi miliardi al MES l’Italia si è indebitata ( e continuerà a farlo) con tassi di interesse che oscillano dal 3 al 5 %. Ed è qui che emerge il paradosso. E il paradosso sta tutto nel fatto che se l’Italia dovesse aver bisogno di chiedere aiuto al MES, gli aiuti finanziari che il MES concederà saranno “soggetti ad una rigorosa condizionalità di politica economica” come recita l’articolo 12 e inoltre nuovamente gravati da un tasso di interesse (non stabilito con precisione, ma che secondo un allegato al MES si aggirerebbe sul 2 – 3%).
Per riassumere chiediamo a debito dei soldi per versarli ad un’ istituto finanziario che, nel caso in cui ci aiuterà, ci imporrà condizioni di politica fiscale ed economica e ci chiederà anche un tasso di interesse sul denaro prestatoci.
Già questo basterebbe a far capire la follia e l’inutilità di questo istituto che alimenta solamente la spirale del debito e della subordinazione degli stati nazione. Ma non è tutto, purtroppo.
Leggendo con attenzione si scopre che all’organo MES e ai suoi componenti (nominati dai governi nazionali) sono concesse delle prerogative e delle agevolazioni mostruose e per nulla democratiche. Infatti grazie ad un insieme di norme (art. 27, 29, 30, 31) si garantisce la totale irresponsabilità e l’assoluta impunità, ponendo di fatto il MES al di sopra di ogni altra autorità politica e giudiziaria.
Il MES è in pratica immune da ogni controllo e da ogni azione legale. E questo vale anche per chi lo dirige. I diciassette governatori, e tutti coloro che compongono l’istituzione MES, compresi i membri dello staff, saranno assolutamente impunibili per tutti gli atti commessi nell’esercizio delle loro funzioni.. Nessuno potrà citarli in giudizio contro nessun atto. L’immunità si estende anche ai membri dello staff.
Tutti i documenti che verranno prodotti saranno inviolabili, e non potranno quindi essere visionati. Non ci potranno essere sequestri da parte delle forze dell’ordine né potranno essere esaminati da nessuno esterno al MES. Le disponibilità e le proprietà del MES, ovunque si trovino e da chiunque siano detenute, godono dell’immunità da ogni forma di giurisdizione, salvo che lo stesso organismo non vi rinunci spontaneamente; non possono essere oggetto di perquisizione, sequestro, confisca ed esproprio, e, godono di esenzione fiscale. I locali del MES, infine, vengono letteralmente definiti “inviolabili”.
Resta poco spazio per i commenti. Li lascio a voi. A me resta la certezza che la Solidarietà a favore dei cittadini europei è rinviata ad altre epoche. E con essa anche la democrazia.