Canoni non dichiarati al fisco per circa 565 mila euro sono stati scoperti dalla Compagnia di Potenza della Guardia di Finanza nell’ambito di un’operazione denominata “Affitti in nero”.
In particolare le Fiamme Gialle hanno “concentrato l’interesse – è spiegato in un comunicato diffuso dal Comando provinciale di Potenza – nei confronti di una società e di tre privati cittadini, risultati proprietari, complessivamente, di 49 immobili fra appartamenti, mansarde e garage, tutti locati senza un regolare contratto”. Inoltre “singolare” è stata definita “la scoperta della titolarità di ben 32 immobili in capo ad un’unica persona fisica, residente nel capoluogo lucano”.
L’indagine, scaturita anche dallo sviluppo di alcune segnalazioni pervenute al numero di pubblica utilità “117”, rientra nell’attività di controllo economico-finanziario del territorio e tende a contrastare l’evasione fiscale nello specifico settore immobiliare.
Sulla vicenda è intervenuta anche Patrizia Gerardi, segretaria cittadina di Potenza di Italia dei Valori, che in una nota ha affermato che “l’operazione della Guardia di Finanza a Potenza sulle locazioni immobiliari in nero ha scoperchiato una pentola che i potentini conoscono bene e che riguarda il mercato immobiliare drogato nei prezzi nonostante il calo dei prezzi degli ultimi mesi conseguente comunque ad una tendenza generalizzata. Una situazione che si ripercuote su famiglie, giovani coppie, lavoratori e studenti che vivono nel capoluogo”.
“Non si può lasciare alle inchieste giudiziarie di rimettere legalità ed ordine nel mercato delle locazioni abitative quasi fosse un problema di ordine pubblico – aggiunge Gerardi – Ci sono invece compiti e funzioni che spettano alle istituzioni e principalmente a Regione, Comune e Ater”.
“La priorità a Potenza – continua – resta il programma di riconversione abitativa a Bucaletto che è fermo agli ultimi alloggi popolari assegnati da poco più di un anno e richiede un’accelerazione attraverso finanziamenti certi e un cronoprogramma di lavori. Inoltre ridurre il disagio abitativo come accade in tante città medio-grandi italiane, ad esempio con l’introduzione di due diversi canoni – canone sociale e canone moderato – e attraverso la creazione di unità residenziali organizzate in complessi edilizi a «canone rispettoso» è un obiettivo da perseguire”.
“Ci sono pertanto – conclude la segretaria IdV – le soluzioni da individuare rimettendo in piedi uno specifico tavolo Regione-Comune-Ater-cooperative edilizie”.