“Meno potentini e meno materani, più lucani. Tocca alla corresponsabilità dei lucani tutti guidare il cambiamento del Partito e della Basilicata, puntando a coinvolgere i territori in un nuovo modello di governance in cui i processi di aggregazione di servizi e progettualità siano accompagnati da risorse economiche adeguate”.
Lo sostiene l’assessore alle politiche agricole della Regione Basilicata, Luca Braia.
Continua Braia: “Visione, programmazione e azione, non di pochi ma di molti: a questo deve tendere il Pd e la nuova classe dirigente. Con questa responsabilità raccolgo l’onere e l’onore di guidare la lista GenerAzioni a sostegno di Mario Polese, in cui una nuova classe dirigente di giovani uomini e donne, con un patto generazionale che ci vede al lavoro da 4 anni, oggi sceglie di metterci la faccia per proseguire, con l’aiuto di tutti, il percorso di cambiamento avviato e per cui non si torna più indietro. Dovremmo lavorare ed operare per eliminare il concetto di potentinità o maternità, ma ragionare su una lucanità da ricostruire e valorizzare, superando vecchi schemi, per provare a costruire un futuro sulle vocazioni territoriali regionali principali. Puntando sul turismo, con Matera locomotore di sviluppo delle aree interne, senza dimenticare Vulture, Metapontino, Maratea ecc. da legare indissolubilmente ad agricoltura ed ambiente. Agricoltura, Ambiente e Turismo dovrebbero assumere una priorità assoluta vista la relazione con il territorio e la connessione ad altri comparti quali bioeconomia, green economy ed energia, anche grazie a innovazione, ricerca e tecnologia”.
“Con il voto del 3 dicembre – aggiunge Braia – alla segreteria regionale del Partito Democratico non votiamo solo il candidato Mario Polese ma votiamo, con lui, il progetto di cambiamento che dobbiamo mettere in campo aiutandolo a proseguire quanto avviato già 4 anni fa. Non è tempo di dividersi per contarsi, ma di farci scegliere dai lucani perché quello che tutti vogliamo è il bene di un partito che deve incidere sul futuro della Basilicata. Un PD che deve puntare sulla classe dirigente rinnovata degli ultimi anni, che ha condiviso il percorso riformatore di Matteo Renzi, che deve avere coraggio di proseguire la sfida e costruire una proposta politica con la logica del coraggio e della consapevolezza. E’ arrivato il tempo di fare di questa Basilicata una regione diversa, rafforzando il cambiamento in corso e provando a costruirlo insieme, consequenziali nelle azioni a quelli che sono i nostri ruoli e funzioni. Lavoriamo, allora, alla connessione e coesione territoriale, ritorniamo ad interagire con le comunità in maniera sistematica, nella doppia dimensione dell’ascolto e valorizzazione delle vocazioni e della comunicazione dei risultati del buon governo. In questi ultimi anni si è cambiato un segno: dal segno meno siamo passati ad una Basilicata dal segno più ed è proprio un cambiamento fatto da una nuova classe dirigente di un Partito Democratico capace di ascoltare, elaborare, proporre e trasferire le azioni fatte”.
“Nei primi nove mesi del 2017 l’economia della Basilicata ha ripreso a crescere: il PIL aumenta del 2,1%, l’indice di povertà passa dal 25% del 2015 al 21,2% nel 2016, l’export registra un +60% e poi l’agricoltura, con un aumento degli occupati del 3,4% (dati ISTAT, SVIMEZ e BANKITALIA). Il risultato del nuovo corso nel comparto agricolo è positivo sia perchè siamo infatti al 60% del Psr 2014/2020 impegnato e ad oltre il 10% dello speso (e senza ritardi di Agea saremmo oltre il 15%, molto sopra la media nazionale) oltre che per una ritrovata capacità da parte degli imprenditori di fare rete e aggregarsi in filiere che introducono modelli operativi vincenti. Abbiamo bisogno – prosegue l’assessore – di filiere agricole ma anche, e soprattutto, di filiere politiche positive, di filiere istituzionali, intese in maniera moderna e virtuosa e non viziosa o o escludente, che sanno vivere la dimensione della comunità, partendo dai territori, con una rilegittimazione reciproca, con meno competizione e più azione. Abbiamo bisogno di vivere un periodo di serenità nel cambiamento e contemporaneamente di unità nel cambiamento con un progetto che deve vedere la Basilicata spingere con coraggio l’acceleratore su alcuni aspetti prioritari e riforme necessarie che riguardano la forestazione, declinata in maniera produttiva per rendere protagonista attiva la comunità e gestita magari da un’agenzia allo scopo dedicata, che non è più procrastinabile, ma anche il rilancio delle aree interne, la sanità”.
“Il compito del nuovo Segretario PD, che spero sia Mario, è difficile, sarà duro per la rigenerazione da mettere in campo, ma sono certo anche esaltante per gli obiettivi che vogliamo e dobbiamo raggiungere”.
“E’ un lavoro enorme da affrontare insieme, costruendo reti territoriali, turistiche, produttive e riaprendo i circoli. L’apertura, l’inclusione, l’ascolto sono l’unica strada possibile per una comunità che vuole svoltare e per un partito che sia aperto anche al dialogo con le associazioni di categoria, gli ordini professionali, il mondo del volontariato, i sindacati. Il Partito Democratico deve quindi ritrovare e riaccendere l’entusiasmo, ritrovare l’orgoglio dell’appartenenza e recuperare la credibilità, ridando anche un doveroso senso e un ritrovato sentimento comune alle varie appartenenze, che lo faccia ritornare centrale nelle dinamiche di sviluppo della comunità e così ricostruire un centro sinistra senza mediazioni al ribasso. Un PD regionale che deve tornare ad essere realmente contemporaneo, modificando i linguaggi per farsi comprendere da cittadini ed elettori, utilizzando piattaforme web e social per connettere le sezioni e tenere insieme la comunicazione tra le sezioni periferiche e centrali, superando i protagonismi autoreferenziali che esaltano le differenze, lavorando con sempre meno divisione e, invece, sempre più aggregazione”, conclude Luca Braia.