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Integrazione… non diversa università. La storia di Francesco

USB - Ufficio Stampa Basilicata 18 Maggio 2017
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Lo incontri e ti rendi conto che il piacere di farlo è reciproco. Ti sorride e ti abbraccia. Francesco, un bel ragazzone, sorridente, lo conosco da quando era piccolo. Affetto da disturbo dell’apprendimento, oggi è il “testimonial”, come tanti altri, di come l’università può essere inclusiva e consentire anche a studenti disabili di poter seguire i corsi e raggiungere una meta, la laurea, fino a qualche anno fa impensabile.
Quando Antonietta, la mamma di Francesco Di Chiara, mi disse che il figlio si era diplomato non nascosi una certa emozione. Si poneva il problema del dopo. Cosa fare? A chi rivolgersi? Le parlai del servizio disabilità dell’Università di Basilicata. Le dissi di rivolgersi alla docente che ne è responsabile.
Il servizio di tutorato dell’Unibas, infatti, è attivo anche per studenti affetti da disturbi specifici dell’apprendimento (Dsa). L’Ateneo è dotato di un’aula multimediale, il “Giardino della Speranza”, con 20 postazioni informatiche, studiate per essere utilizzate dai disabili, con software specifici e un’ampia dotazione di apparecchiature dedicate a non vedenti, ipovedenti, sordi e a persone con disabilità motorie.
E così Francesco ha iniziato il suo percorso universitario. Ci siamo rivisti nel campus. “Nino ho superato un esame!” Era insieme ad uno dei suoi due tutor, Giovanni Spinola e Jonathan Petrino, che lo seguono in questo cammino non facile ma ora non più impossibile.
Francesco studente universitario, orgoglioso di aver superato l’esame!. Come sempre, mi sorride. Questa volta ha un motivo in più.
La mamma mi aveva detto che è diventato il pupillo del gruppo. Me lo hanno confermato i suoi tutor. E non può essere diversamente perchè Francesco si fa voler bene. Certo ha i suoi problemi, ma all’Unibas si risolvono proprio grazie ad un progetto nel quale l’ateneo lucano ci ha creduto, ci crede e i risultati non mancano.
Giovanni e Jonathan seguono Francesco  nella  preparazione e l’organizzazione degli esami, durante la frequenza ai corsi e alle esercitazioni, e “sopratutto – hanno spiegato i due tutor senior– per favorire una sua maggiore integrazione nel mondo universitario, intensificando alcune semplici attività quali l’andare a mensa, in biblioteca e prendere parte ad alcune manifestazioni organizzate dagli studenti”.
Hanno raccontato la loro esperienza in un cortometraggio (è possibile vedere sul sito dell’università) che ha ricevuto la menzione speciale del premio “Viglione”, organizzato dal Centro di riabilitazione dei Padri Trinitari, a Venosa (Potenza).
“Il cortometraggio – è scritto nella motivazione – testimonia concretamente un efficace messaggio d’inclusione vissuto nella quotidianità dei ragazzi, studenti universitari. La condivisione di ogni momento della giornata vissuto insieme ha facilitato a tutti il meritato traguardo della laurea”.
“Tutti – ha detto la Prorettrice alla Disabilità, Paola D’Antonio – possono farcela, e tutte le barriere sono abbattibili. Non solo nelle aule, ma fuori dal campus: è un messaggio alle future matricole, ma soprattutto alle loro famiglie”. Antonietta, la mamma di Francesco, ne è convinta. Orgogliosamente convinta.
L’appuntamento, Antonietta, al giorno della laurea di Francesco!

 

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