“Il bastone e la carota, così potremmo sintetizzare la tattica utilizzata dall’Eni in Basilicata, anche se – per dirla tutta – lor signori in 20 anni hanno privilegiato decisamente il bastone materializzatosi sotto forma di inquinamento di tutte le matrici ambientali. Quanto alla carota, è meglio non dire in che modo l’hanno usata“.
E’ quanto afferma Maurizio Bolognetti, segretario regionale dei Radicali Lucani all’indomani delle dichiarazioni di Claudio De Scalzi, delle quali parliamo in altro articolo.
Apprendo che l’immaginifico Ad dell’Eni Claudio DeScalzi è alla ricerca di “armonie” e si dice pronto ad investire miliardi in Val d’Agri, a patto di “trovare maggiore consenso sul territorio”.
La prelibata carota petrolifera, non sfuggirà a nessuno, è stata calata proprio all’indomani della bocciatura, da parte della Regione, del Piano di Caratterizzazione presentato dall’Eni in relazione alla perdita di idrocarburi proveniente dal Centro Olio Val’Agri.
Mi auguro che De Scalzi – prosegue Bolognetti – non cerchi quel “consenso” che rende ciechi e sordi. Quel “consenso” che per troppo tempo ha impedito l’attivazione di seri ed efficaci monitoraggi e controlli delle attività svolte dalla joint-venture Eni-Shell.Già, il munifico e stupefacente De Scalzi ha annunciato urbi et orbi, soprattutto agli orbi, che Eni potrebbe investire miliardi in Val d’Agri.
Non me ne voglia l’egregio Amministratore Delegato se, dalla mia ridotta, dalla mia trincea scavata in difesa di un territorio che merita rispetto e attenzione, oso affermare – aggiunge Bolognetti – che prima di investire miliardi, avrebbe potuto e dovuto spendere qualche milioncino per rendere più sicure le attività del COVA.Temo che dopo aver regalato a De Scalzi bottiglie d’aria e carbone, dovrò spedirgli una saldatrice da utilizzare per i rattoppi: due serbatoi bucati, sui quattro presenti all’interno del Cova, rappresentano una straordinaria performance e il risultato di questa prestazione emerge con chiarezza dai superamenti delle CSC(Concentrazioni soglia di contaminazione) registrati all’interno e all’esterno dell’impianto Eni ubicato in c/da Cembrina.
Ma se a De Scalzi dovrò regalare una saldatrice, alla bella addormentata Piernicola Pedicini toccherà inviare un impianto amplifon e chiedergli di spiegare ai suoi elettori perché non si è accorto che nel 2015 ero a Viggiano per verificare notizie attinenti una perdita di idrocarburi.
La vicenda petrolifera lucana – conclude Bolognetti – continua a trascinarsi stancamente tra carote, bastoni e prese di posizione a babbo morto targate 5stelle.