Il Programma Operativo Val d’Agri, l’utilizzo delle somme disponibili e la possibilità di un migliore utilizzo delle risorse sono gli argomenti affrontati nell’audizione del dirigente dell’Ufficio Progetto speciale “Val d’Agri-Senisese”, Giuseppe Eligiano, nella seconda Commissione Consiliare della Regione.
Un’audizione chiesta dal presidente della Commissione, Giannino Romaniello, per fare il punto sullo stato di attuazione del programma finanziato con le royalties petrolifere e provare a correggere le eventuali criticità emerse anche a seguito delle osservazioni della Corte dei Conti. “Occorre fare una ricognizione di tutte le risorse incamerate con le royalties – ha aggiunto il presidente dell’organismo – comprese quelle incassate direttamente dai Comuni, per favorire l’integrazione e il coordinamento degli interventi che, fermo restando l’autonomia dei diversi soggetti coinvolti, devono essere a servizio di un progetto di sviluppo che porti benefici a tutti”.
Vediamo nei dettagli le risorse finanziarie previste dal programma e il loro utilizzo.
La dotazione finanziaria complessiva prevista nel 2003 era di 350 milioni di euro previsti nel 2003 per l’attuazione del Programma operativo “Val d’Agri, Melandro, Sauro, Camastra” era di 350 milioni di euro.
Ad oggi è stata programmata la spesa di 337 milioni di euro, di cui sono stai impegnati 288 milioni di euro e sono stati spesi 210 milioni di euro.
In particolare:
l’asse “A” (Miglioramento del contesto di vivibilità ambientale) sono stati spesi 73 milioni di euro, pari al 75 per cento dei 97 milioni impegnati (su una spesa programmata di 109 milioni di euro)
l’asse “B” (Realizzazione di infrastrutture essenziali) sono stati spesi 27 milioni di euro, pari al 60 per cento dei 45 milioni impegnati (su una spesa programmata di 64 milioni di euro)
l’asse “C” (Elevazione della qualità della vita) sono stati spesi 33 milioni di euro, pari al 69 per cento dei 47 milioni impegnati (su una spesa programmata di 54,7 milioni di euro)
l’asse “D” (Sostegno alle attività produttive) sono stati spesi 70 milioni di euro, pari al 79 per cento degli 89 milioni impegnati (su una spesa programmata di 99 milioni di euro).
Alla dotazione finanziaria complessiva del Programma vanno aggiunti i 15 milioni di euro programmati quando, nel 2009, alla tabella degli enti beneficiari degli interventi sono stati aggiunti altri cinque Comuni (Accettura, Castelmezzano, Cirigliano, Pietrapertosa, Stigliano) e le Province di Potenza e Matera. Di questa somma con l’assestamento al bilancio 2016 della Regione sono stati effettivamente stanziati 13,8 milioni di euro.
Il presidente della Provincia di Matera, Francesco De Giacomo, ha detto che nell’ambito del Programma al suo ente sono stati assegnati 1,7 milioni di euro per un intervento di edilizia scolastica a Stigliano, che dovrebbe essere ultimato entro il 2017, mentre si attende l’effettivo stanziamento di 3 milioni di euro non ancora assegnati per interventi riguardanti la viabilità nella zona di Accettura, Cirigliano, Stigliano e Craco.
La discussione in Commissione era stata sollecitata nei giorni scorsi anche dal consigliere Piero Lacorazza. “Sul programma Val d’Agri c’è molta confusione che rischia – ha detto – di alimentare un conflitto fra territori per il ritardo nell’utilizzo dei fondi. Ci sono opere che le comunità aspettano da 13 anni“. Lacorazza ha inoltre chiesto che una analoga azione di verifica venga effettuata sui 25 milioni di euro del Programma Senisese, varato nel 2005 per dare una risposta ai Comuni macrofornitori della risorsa idrica.
Nel corso dei lavori sono intervenuti i consiglieri Vito Giuzio (E’ giusto – ha detto – completare la dotazione finanziaria del Programma operativo Val d’Agri, prevedendo nel bilancio i 64 milioni di euro non ancora stanziati, ma allo stesso tempo occorre una riflessione seria sull’utilizzo di questi fondi e sulla reale capacità di spesa, perché non può essere una posta di bilancio fine a se stessa) e Mario Polese (Tenendo ferme le compensazioni ai territori estrattivi, occorre provare a immaginare – ha detto – un nuovo meccanismo di redistribuzione delle risorse che, affermando un principio di coesione istituzionale, tocchi tutto il territorio regionale e riguardi la programmazione, per esempio per quanto riguarda gli interventi sul dissesto idrogeologico. A suo parere una proposta che tenga conto di tutte le esigenze va definita in tempi brevi nel confronto con il governo regionale).