E’ stato un confronto a tutto campo quello organizzato stamane dall’Associazione Giovani Avvocati (AGL), in collaborazione con il Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Potenza, nell’aula Grippo del palazzo di giustizia su temi purtroppo attuali: bullismo e cyberbullismo.
I partecipanti all’incontro hanno offerto spunti di riflessione da angolazioni diverse, sulla base della propria esperienza professionale, consentendo sia agli avvocati che agli alunni dell’Istituto Tecnico “De Lorenzo” di Potenza, intervenuti numerosi, di confrontarsi su un problema sul qual non c’è sufficiente attenzione..
“Non mera disquisizione ma un tavolo di lavoro l’incontro di oggi” ha detto il coordinatore regionale dell’Agl, Ferdinando Venezia, il quale ha parlato di quel mondo virtuale parallelo nel quale sempre più siamo tentati di calarci, estraniandoci dalla realtà quotidiana.
“Bullismo e cyberbullismo che, come la cronaca c’insegna, possono avere conseguenze drammatiche” ha esodito Francesco Fanelli, vice presidente del consiglio comunale di Potenza, “ragion per cui – ha aggiunto -bisogna tenere alta la guardia”. La recente legge in corso di approvazione in parlamento sulla prevenzione e il contrasto dei fenomeni di bullismo e cyberbullismo consentirà interventi più mirati “ma – ha ribadito Fanelli – quando interviene la legge vuol dire che il danno è stato già creato”.
Ci troviamo davanti ad “una epidemia silenziosa” come l’ha definita l’avv. Sebastiano Flora che ha seguito molti casi di bullismo e cyberbullismo. “Al di là degli aspetti legislativi – ha aggiunto – i problemi del bullismo e del cyberbullismo vanno affrontati in un rapporto costruttivo famiglia-scuola-società”.
Flora ha “scomodato” – si fa per dire – il libro Cuore per ricordare che i casi di bullismo ci sono sempre stati. Ma con la rete, con internet, si amplificano; diventano incontrollabili, grazie all’anonimato che – spiegherà poi l’ispettore Filippo Squicciarini della Polizia Postale – non è affatto garantito .
Società? “La società siamo tutti noi” ha esordito, nel suo intervento, il Sostituto Procuratore della Repubblica, Anna Gloria Piccininni. “Soprattutto la scuola – ha aggiunto – deve essere molto attenta perché i dati confermano che spesso i casi di cyberbullismo partono da computer scolastici”. Il procuratore ha fatto riferimento alle responsabilità degli insegnanti, alle direttive emanate a riguardo dal ministero ma ha anche detto a chiare lettere che il problema bullismo-cyberbullisno deve investire i genitori, spesso impreparati a gestirlo.
Del ruolo della scuola ha parlato Debora Infante, dirigente del Miur, che ha fatto riferimento a quanto prevede la legge di riforma “la nuova scuola” che ha previsto che i docenti, in quanto anche educatori, devono farsi carico di azioni di contrasto a questi fenomeni.
Infante, rivolgendosi agli studenti presenti, ha chiarito che “non bisogna demonizzare internet perché l’uso corretto di queste nuove tecnologie servono per educare alla legalità, impegno prioritario della scuola”.
Sul ruolo delle associazioni, che la stessa nuova legge prevede debbano essere coinvolte in un comune impegno di prevenzione e sensibilizzazione, si sono soffermati il presidente, la vice presidente e la psicologa dell’associazione “Il cielo nella stanza”, Nino Cutro, Luana Franchini e Chiara Sassano, che da tre anni svolge quest’attività in Basilicata.
Si è fatto riferimento alle conseguenze di un uso distorto di internet, alla dipendenza dalla rete che può divenire una vera e propria malattia (non a caso L’Asp ha istituito un ambulatorio per queste patologie), alle caratteristiche della vittima e del bullo, ricordando che i ragazzi spesso tentano di sottovalutare questo fenomeno. Un motivo in più – hanno detto i responsabili dell’associazione – per fare prevenzione e sensibilizzazione sia nei confronti dei ragazzi che dei genitori.
Ha concluso gli interventi l’ispettore della Polizia Postale, Filippo Squicciarini, il quale – come accennavamo – ha ricordato ai ragazzi presenti che non esiste anonimato nella rete. Se pubblico foto, scritti o, ancora peggio, la utilizzo per fare del male, oggi è possibile identificare subito il responsabile.
Ma non deve essere questo un deterrente. Squicciari ha invitato i giovani al rispetto dell’altro, facendo vedere con filmati cosa può accadere quando questo non avviene. Cosa significa per una ragazza essere vittima del bullo che, sostenuto quasi sempre da amici, la perseguita senza minimamente rendersi conto delle conseguenze.
A conclusione del convegno, alla sorella dell’avvocato Giuseppe D’Addario, morto prematuramente, in memoria del quale è stato istituito un premio, è stata consegnata una targa ricordo.