“Il Presidente dell’Ente Parco Nazionale Appennino Lucano-Val d’Agri, Domenico Totaro, “inventa” il paniere dei prodotti della Val D’Agri già creato nel 2004 dalla Comunità Montana Alto Agri con Presidente Rino Ponzio e che mi ha visto protagonista in qualità di assessore ai prodotti tipici”. E’ quanto sostiene Pietro Sanchirico, già assessore Comunità Montana “Alto Agri”.
Continua Sanchirico: “E’ il caso di ricordare a lui come a quanti hanno dimenticato che i protagonisti del “Paniere dei Prodotti Tipici della Comunità Montana Alto Agri” sono: il Canestrato di Moliterno ( famoso già dal XVIII), i Fagioli di Sarconi, l’Olio extravergine di Montemurro, il Vino Doc delle Terre dell’Alta Val d’Agri e poi ancora i salumi, le mele ed i formaggi. I prodotti agroalimentari dell’Alto Agri che presentano il marchio “Alto Agri” sono tutti certificati da organismi autorizzati dal Ministero per le politiche Agricole e Forestali (Agroqualità di Roma per i fagioli di Sarconi ed IS.ME.CERT. di Napoli per gli altri prodotti) in modo da garantire al consumatore:
- l’origine dei prodotti che è esclusiva dei 12 Comuni che ricadono nella Comunità Montana Alto Agri e la tracciabilità ( n° di lotto di produzione) che consente di risalire all’agricoltore e all’allevatore che ha prodotto la materia prima;
- la qualità dei prodotti garantita dal rispetto dei disciplinari di produzione agricola a basso impatto ambientale e tecniche tradizionali di trasformazione.
In base al disciplinare del marchio sono state individuate quattro filiere principali:
- formaggi,
- salumi,
- ortofrutta,
- olio extravergine di Montemurro.
Tra i formaggi, oltre al famoso Canestrato, ci sono il “casieddu”, e poi scamorze, caciocavalli e semistagionati.
La filiera dei salumi conta cinque allevamenti e tre salumifici: ogni fase della produzione è tracciata.
Nella filiera ortofrutticola, oltre ai fagioli di Sarconi, da notare il Consorzio di tutela “Mela Alta Val d’Agri”, che coinvolge 7 aziende e 170 ettari di meleti, con una produzione di alto pregio.
La filiera dell’olio, infine, si concentra nell’area di Montemurro”.
“Per valorizzare meglio queste produzioni – aggiunge Pietro Sanchirico – l’Alsia e gli enti locali avevano avviato un piano per la consulenza alle imprese. La strategia di allora sempre attualissima: non solo petrolio. Piuttosto agricoltura, turismo e prodotti tipici. Dunque siamo stati precursori di un progetto finalizzato non solo alla valorizzazione dei prodotti, ma destinato soprattutto alla creazione di una vera e propria «filiera» che oltre a garantire, attraverso un marchio tipico, la tracciabilità di prosciutti, salsicce e soppressate, ne caratterizza la realizzazione secondo ricette antichissime. Facendo sì, in poche parole, che le produzioni non puntino sulla tecnica produttiva, ma sulle «singolarità» delle ricette”.
“Qualcuno spieghi perché sono trascorsi 12 anni senza che quell’intuizione abbia trovato attuazione”, conclude Sanchirico.