Un incontro per non dimenticare il passato e far luce sul presente, quello organizzato oggi nella sala Inguscio della Regione Basilicata a Potenza per gli studenti di alcune scuole superiori cittadine.
Occasione dell’incontro è stato il Giorno del Ricordo, il 10 febbraio, che la Repubblica Italiana riconosce dal 2005 come giornata dedicata alla memoria della tragedia delle vittime delle foibe, dell’esodo dalle loro terre degli istriani, fiumani e dalmati nel secondo dopoguerra e della più complessa vicenda del confine orientale.
È noto, infatti, che alla fine della Seconda guerra mondiale e negli anni subito successivi, essendo l’Italia stata sconfitta, gli italiani della Dalmazia e dell’Istria fuggirono verso il nostro Paese, abbandonando il loro territori, passati sotto il dominio della Repubblica federale di Jugoslavia. Durante questo esodo forzato si consumarono soprusi e violenze, come il massacro di civili e militari indifesi, che una volta uccisi venivano gettati in cavità naturali dette foibe.
Fondamentale per una maggiore comprensione dei processi storici, sociali e politici legati al terribile evento nonché per un’analisi del presente in relazione alla memoria dei fatti in questione è stato l’intervento di Claudio Vercelli, ricercatore di storia contemporanea presso l’Istituto di studi storici “Gaetano Salvemini” di Torino, che ha tenuto la relazione dal titolo “Memoria viva – Il Giorno del Ricordo e il tempo del nostro presente”.
«Essere profughi ed essere esuli non vuol dire solo perdere qualcosa – ha dichiarato Vercelli – ma vuol dire perdere una cittadinanza antecedente, vuol dire perdere il diritto di appartenenza, vuol dire perdere ciò che è più caro, vuol dire perdere parte della propria esistenza. Questa giornata è fondamentale perché è una giornata che ci ricorda non solo un segmento di storia italiana, nostrana, dei nostri connazionali, dimenticata, ma perché ci aiuta, insieme ad altre giornate, a comprendere i processi del presente, cioè è un elemento sul quale si può fare non solo un confronto ma costruire anche dei significati, dei sensi condivisi in modo tale – ha conclusi Vercelli – da poter prevedere e prevenire, in qualche modo riparare da dove il torto viene fatto».
L’incontro è stato anche occasione per ascoltare la testimonianza di Stefano Cesare Mele, studente universitario di Calvello affetto da una grave forma di distrofia muscolare di Duchenne, che ha raccontato la sua disabilità e ha risposto alle domande degli studenti.
«È importante stare qui, oggi, con tanti ragazzi – ha detto Stefano – sono più emozionato di quando sono andato in televisione. Oggi è una giornata importante perché è il Giorno del Ricordo. Nel secolo scorso tante persone, anche con disabilità, furono portate nei campi per essere uccise. Ognuno di noi è importante anche con disabilità. Sapete che qualche anno fa sono stato male e si pensava che tutto era finito, invece oggi sono ancora qui per raccontare la mia storia e dirvi di rispettare la vita».
Intervenuti in sala anche il presidente del Consiglio regionale della Basilicata Piero Lacorazza e il vicepresidente Paolo Galante.
«Nel manifesto della giornata di oggi c’è una fascia tricolore – ha affermato Lacorazza – perché quest’anno ricorre anche un altro anniversario importante. Il 2 giugno 1946 gli italiani scelsero la repubblica. Credo che come istituzioni faremo la nostra parte e credo che questo dialogo con le scuole sarà rafforzato. La vostra generazione è quella che via aiuta anche con i social a non vivere barriere e ostacoli, è una generazione figlia di questa globalizzazione, in un mondo che vive una insostenibilità rispetto ai temi dell’ambiente. La crisi è fortemente valoriale, si è consumato molto più di quello che si poteva, in termini economici e finanziari, ambientali e valoriali. Non è scontato che lo spazio democratico e di libertà che si vive oggi sia per sempre. Il ricordo di oggi – conclude il presidente – è quello di una giornata che ci consegna una responsabilità verso l’altro e verso le generazione che verranno».