Mercoledì, 31 dicembre 2025 – “Se c’è un passaggio dei Vangeli che rileggo spesso è questo: “Non procuratevi oro, né argento, né moneta di rame nelle vostre cinture, né bisaccia da viaggio, né due tuniche, né sandali, né bastone, perché l’operaio ha diritto al suo nutrimento. In qualunque città o villaggio entriate, fatevi indicare se vi sia qualche persona degna, e lì rimanete fino alla vostra partenza. Entrando nella casa, rivolgetele il saluto. Se quella casa ne sarà degna, la vostra pace scenda sopra di essa; ma se non ne sarà degna, la vostra pace ritorni a voi. Se qualcuno poi non vi accoglierà e non darà ascolto alle vostre parole, uscite da quella casa o da quella città e scuotete la polvere dai vostri piedi”. Matteo – 10:14″.
Così scive Maurizio Bolognetti, segretario dei Radicali Lucani.
“Abbraccio con affetto i miei amici e le mie amiche, i compagni e le compagne, tutti coloro che mi alimentano e, sì, anche chi mi ritiene solo un nemico da abbattere ed eliminare.
Dalle ore 23.59 del 25 dicembre ho ripreso, con prudenza, la mia azione nonviolenta. In totale, considerando i giorni trascorsi dalla sospensione del 6 dicembre, sono giunto in poco tempo a un totale di 37 giorni.
Fame, poi digiuno, poi ancora fame; poi 37 ore di sete e adesso di nuovo e ancora fame. A qualcuno – prosegue Bolognetti . potrà sembrare paradossale, ma questo è il mio cibo, è nutrimento che spera di nutrire. È il tentativo di essere speranza e nutrire speranza, che a breve verrà alimentato anche da una nuova azione di disobbedienza civile.
È fame e sete di verità e democrazia, giustizia e libertà.
C’è un cibo che nutre i nostri cuori e le nostre menti. Il digiuno, lo sciopero della fame, la sete sono dialogo nonviolento per chi riesce a comprenderlo: il tentativo di con-vincere anche il più refrattario degli interlocutori a rispettare un diritto, la legge, la Costituzione.
No, non intendo mollare! Se lo facessi rinuncerei a tutto ciò in cui credo e ho fede: Satyagraha è insistenza per la verità.
Ignazio Silone nel suo “Uscita di Sicurezza scriveva”: “La vita, la morte, l’amore, il bene, il male, il vero cambiarono senso, o lo perdettero interamente”. Occorre ritrovarlo quel senso e ritrovarlo con urgenza, pena la nostra disumanizzazione.
Proviamo ad essere “attivatori di democrazia”, a dar corpo, gambe e braccia a ciò che abbiamo a cuore. Per quel che si può e per quel che si deve – e perdonatemi la frase forte – ad agire da uomini e non da servi.
Sì alla riforma dell’ordinamento giudiziario.
Stop al reiterato attentato contro i diritti civili e politici del cittadino. La Rai onori il suo ruolo di servizio pubblico”.

