Mercoledì 12 novembre 2025 – “A fronte del riconoscimento di Natuzzi quale azienda di interesse strategico nazionale, purtroppo constatiamo come non sia ancora partito alcun vero processo di riqualificazione industriale. Le misure finora adottate hanno garantito solo una gestione emergenziale della crisi, senza prospettive concrete di rilancio produttivo e occupazionale”.
La denuncia arriva dai segretari generali delle Filca-Cisl di Puglia e Basilicata, Antonio Delle Noci e Angelo Casorelli, al termine dell’ennesimo incontro tra le organizzazioni sindacali e la direzione aziendale di Natuzzi, alla presenza dei rappresentanti ministeriali, per fare il punto sulla gestione degli ammortizzatori sociali, sulla situazione finanziaria e sulle prospettive industriali del gruppo.
“Siamo fortemente preoccupati insieme alle Filca dei territori interessati, vale a dire le province di Bari, Taranto e Matera, per i ritardi nei pagamenti degli stipendi e delle tredicesime – dichiara la Filca-Cisl – per l’assenza di un piano di investimenti strutturato e per la mancanza di chiarezza sulle strategie future.
La sopravvivenza e il rilancio dell’azienda non possono dipendere unicamente dai sacrifici dei lavoratori o da proroghe di ammortizzatori sociali, ma richiedono un intervento coordinato tra proprietà, istituzioni e soggetti pubblici come Invitalia e CDP, finalizzato a restituire stabilità e prospettive di sviluppo”.
Sulle ipotesi di riorganizzazione o razionalizzazione degli stabilimenti la Filca ribadisce che “è necessario un confronto trasparente e condiviso, evitando decisioni unilaterali.
Le lavoratrici e i lavoratori devono essere coinvolti nei processi di definizione del nuovo piano industriale, non solo informati a posteriori.
E chiediamo – proseguono Delle Noci e Casorelli – che il piano di rilancio includa strumenti concreti per la formazione e la riqualificazione professionale, oggi del tutto assenti, e che vengano attivati percorsi per accompagnare i lavoratori verso la pensione o la ricollocazione, con garanzie economiche adeguate”.
In particolare la Filca chiede “la definizione chiara dei perimetri di utilizzo degli ammortizzatori sociali, anche in vista della scadenza del “22 bis” e dell’apertura dei nuovi contatori aziendali dal 2027; un piano industriale credibile e finanziato, che preveda investimenti su innovazione, sostenibilità e qualità del lavoro; la massima trasparenza nella comunicazione verso i lavoratori e verso i territori; un coinvolgimento effettivo delle istituzioni competenti per coordinare il percorso di rilancio, evitando ulteriori improvvisazioni o rinvii”.
Per i sindacalisti della Filca-Cisl “la situazione attuale, segnata da perdite economiche e incertezze sulla governance, non può essere affrontata con logiche di breve periodo. Serve una visione di lungo respiro che metta al centro le persone, le competenze e il futuro industriale del territorio. Il tempo delle promesse è finito: ora servono scelte concrete, investimenti veri e un percorso di riqualificazione partecipata, capace di dare fiducia e prospettive ai lavoratori Natuzzi e all’intero indotto”, concludono Delle Noci e Casorelli.

