Sabato 13 settembre 2025 – La sanità in Basilicata chiude anche il 2023 con il saldo negativo della mobilità (cioè la differenza tra la spesa sostenuta per i lucani che vanno a curarsi fuori regione e le entrate derivanti dalle cure prestate dal nostro sistema sanitario regionale a favore di cittadini provenienti da altre regioni) pari a 52,1 milioni di euro, con una spesa pro capite di 97,70 euro. Peggio della Basilicata fa solo la Calabria con una spesa per abitante pari a 104,32 euro.
La denuncia è di Roberto Cifarelli del Pd.

“Il dato si commenta da solo, e purtroppo non è diverso da quello degli ultimi anni. Siamo ancora lontani dai dati pre covid quando (anno 2019) la mobilità passiva si fermava a circa 38 milioni di euro. I dati nazionali evidenziano il forte squilibrio tra nord e sud del paese, ma al sud la Basilicata è cenerentola insieme alla Calabria.
I lucani – prosegue Cifarelli- sempre più continuano a scegliere di curarsi fuori regione e non bisogna farsi ingannare dall’apparente miglioramento della situazione rispetto agli anni precedenti in cui ha inciso profondamente il covid.
All’ordine del giorno del prossimo Consiglio regionale è prevista l’approvazione dei bilanci di previsione 2025 delle quattro aziende sanitarie.
Formalmente essi sono in pareggio, ma sappiamo già, essendo quasi a fine anno, che anche per il 2025 sarà necessario recuperare diverse decine di milioni dal bilancio regionale per tappare i buchi che saranno registrati solo a consuntivo, ma che le due trimestrali fin qui trascorse già evidenziano. Negli ultimi due anni, – ricorda Cifarelli – per pareggiare i conti ed evitare il commissariamento della sanità regionale, è stato necessario recuperare in totale circa 100 milioni dai fondi delle compensazioni ambientali derivanti dalle estrazioni petrolifere, sottraendoli alle politiche di sviluppo e per creare occupazione.
A fronte dei numeri impietosi che sistematicamente arrivano dal ministero, a nulla valgono i commenti autoassolutori del Presidente Bardi e dell’Assessore Latronico alla guida della Basilicata dal 2019.
Non si vuole comprendere – sostiene Cifarelli – che una situazione di straordinaria emergenza come quella della sanità lucana non può essere affrontata attraverso la gestione quotidiana e senza una visione d’insieme e di prospettiva.
A riprova di ciò vi sono gli ultimi atti aziendali dell’Azienda Ospedaliera San Carlo e dell’Azienda Sanitaria di Matera, totalmente slegati tra loro perché approvati in assenza di un piano sanitario regionale o anche di un indirizzo unitario della Giunta, tanto meno del Consiglio regionale.
A vuoto sono caduti in questi anni gli appelli delle minoranze ad unire gli sforzi per affrontare insieme l’eccezionalità della situazione. Le (rare) discussioni in Consiglio regionale sono apparse dialoghi tra sordi, adempimenti cui assolvere in modo burocratico e per fare il gioco delle parti mentre i lucani continuano a chiedere il diritto alla salute.
Le critiche, che oggi arrivano anche da forze politiche di maggioranza, vengono accolte con fastidio o, al più, coperte da valanghe di vacui comunicati stampa con l’effetto che tutto prosegue sempre nella stessa direzione, cioè male.
Latronico ha annunciato il nuovo piano sanitario per la fine di quest’anno. Sarebbe un fatto positivo se – sostiene Cifarelli – non fosse che non sappiamo chi e dove ne sta discutendo, non circola uno straccio di bozza o di linee guida cui poter dare un contributo, né la Commissione consiliare competente, presieduta da Nicola Morea, ha mai inserito all’ordine del giorno una discussione di merito.
Se la situazione è quella descritta è difficile che qualcosa possa cambiare in meglio. Tra qualche mese saremo nuovamente chiamati per capire dove recuperare le risorse per tappare i buchi della sanità regionale, cosa sempre più complicata se pensiamo che ad oggi la Giunta non ha ancora neanche approvato l’assestamento di bilancio.
Occorrerebbe provare ad uscire dalle sterili contrapposizioni che, alla fine, disorientano ancor di più i cittadini e contribuiscono ad aumentare la diffidenza nei confronti del nostro sistema sanitario. Ma per fare questo è necessario che Latronico e Bardi cambino radicalmente approccio, comprendano che dopo oltre sei anni i risultati sono totalmente insufficienti, e si aprano ad un confronto vero, profondo, anche duro, ma leale.
Mortificare la disponibilità al dialogo ed alla collaborazione – conclude Cifarelli – è dimostrato che non porta da nessuna parte, ed i dati disastrosi lo confermano. Non abbiamo altri interessi se non quello dei lucani. E’ arrivato il momento di dimostrarlo, davvero”.