Mercoledi 6 agosto 2025 – “La richiesta di audizione del Sindaco di Maratea e dell’Assessore regionale alle Infrastrutture e Viabilità è stata formalmente presentata da giorni al Presidente della III Commissione consiliare.
Dopo le dichiarazioni rese pubblicamente ieri dal Sindaco durante l’incontro con i cittadini, diventa ancora più urgente dare seguito a questa istanza e fare piena luce sull’iter amministrativo relativo alla concessione dell’area portuale di Maratea”.

Lo dichiara il Vice Presidente del Consiglio regionale della Basilicata, Angelo Chiorazzo, che torna a sollecitare un confronto immediato e trasparente in sede istituzionale ed un’analisi puntuale degli atti procedimentali.
“L’avviso di pubblicazione dell’istanza di concessione demaniale, emanato dall’Ufficio Demanio della Regione Basilicata in data 24 dicembre 2024, riguarda una zona di enorme valore ambientale e strategico come l’area portuale di Maratea.
Su questa vicenda – sin dall’inizio – abbiamo presentato un’interrogazione urgente, ancora oggi priva di risposta, chiedendo di favorire una procedura aperta e che il Comune venisse coinvolto nella pianificazione e nella gestione dell’area portuale. È inaccettabile che su un tema così delicato la Regione non abbia ancora chiarito la propria posizione”.
“È bene ricordare – prosegue Chiorazzo – che, pur in presenza di competenze tecniche dell’Ufficio Demanio Marittimo, la Giunta regionale ha il potere e il dovere di approfondire, chiedere chiarimenti agli uffici e, se necessario, attivare procedure in autotutela. Non possiamo accettare che una decisione tanto impattante venga ridotta a un automatismo amministrativo, ignorando la volontà della comunità locale”.
“Maratea – conclude Chiorazzo- merita rispetto. La trasparenza, la partecipazione e la tutela del bene comune non sono variabili negoziabili. Mi auguro che la Terza Commissione consiliare calendarizzi al più presto l’audizione richiesta, e che la Giunta – se vuole davvero bene a Maratea – si assuma la responsabilità di intervenire dove può e deve”.