Sabato 19 luglio 2025 – Mons. Benoni Ambarus, nuovo Vescovo di Matera e Irsina (subentra all’arcivescovo Antonio Giuseppe Caiazzo, che dallo scorso 13 marzo ha preso possesso della sua nuova diocesi, quella di Cesena-Sarsina) ha voluto concludere la Santa Messa d’inizio del Ministero Episcopale concelebrata con il Cardinale Enrico Feroci e Mons. Davide Carbonaro, Arcivescovo di Potenza-Muro Lucano- Marsico Nuovo e Metropolita di Basilicata con un discorso carico di significato:
“Grazie, fiducia e speranza. Grazie soprattutto al Signore perchè la mia storia è stata alimentata dalla sua bontà verso di me.
La bontà del Signore si è dimostrata ulteriormente nel considerarmi degno di fiducia con la chiamata al ministero presbiterale ed episcopale. Grazie al Santo Padre, Papa Leone quattordicesimo, per la sua fiducia e la sua parterna attenzione alla nuova missione che mi ha assegnato“.
Mons Benoni Ambarus ha ringraziato i suoi parenti “per la loro presenza discreta ed esemplare nella sua vita”, le persone che l’hanno affiancato e sostenuto nelle varie tappe della sua vita.
Ha poi fatto riferimento alle comunità che ha avuto l’onore d servire“.
Ha ringraziato il Signore “per tutte le persone ferite che ho potuto incontrare. Per il dono immenso che ho potuto ricevere attraverso il racconto delle loro storie. Per le lacrime che mi hanno permesso di asciugare”.
Il ringraziamento è stato rivolto anche a tutte le persone giunte a Matera per partecipare alla celebrazione d’inizio del suo Ministero Episcopale insieme ai tanti Vescovi, ai sacerdoti, parrocchiani.
E rivolgendosi ai presenti, Mons. Benoni Ambarus ha aggiunto: “Arrivo carico di gratitudine per la vostra accoglienza, per servirvi con la fiducia che popolo e Pastore possano condividere insieme i doni divini e verificare il regno di Dio in questo nostro mondo così desideroso di vedere segni di pace, di riconciliazione e di amore autentico“.
Concetti che troviamo nella sua prima lettera che scrisse ai lucani.
“Ho nel cuore fermo il desiderio di iniziare presto a camminare insieme a voi sulla strada che il Signore ci indicherà. Solo uniti al Signore, Capo e Pastore della Chiesa, saremo riflesso della sua luce, saremo testimoni del suo amore verso tutti, specialmente verso ogni forma di umanità ferita nella propria dignità, per ridestare la speranza, rialzare la testa nel cammino verso la Patria del Cielo”.

Ad accogliere il nuovo Vescovo in piazza Duomo è stato il Sindaco di Matera Antonio Nicoletti. Il suo saluto.
” Eccellenza Reverendissima, don Ben,
Con l’onore di parlare anche a nome dei miei colleghi sindaci, delle amministrazioni e dei cittadini della Diocesi, Le rivolgo il più caloroso saluto di benvenuto qui a Matera, nella Sua nuova comunità.
Noi fedeli la stavamo aspettando, custoditi quotidianamente dai Ministri del Clero, che in questo tempo non solo si sono presi cura delle nostre anime, ma hanno saputo gestire in modo più che eccellente i momenti solenni attorno ai quali si riunisce la nostra gente, seguendo il ritmo di tradizioni antiche come i nostri monumenti.
Siamo un popolo segnato da un forte sentimento di fede, radicato saldamente nelle nostre anime come nella pietra della nostra città – Matera – ricca di un patrimonio storico-artistico e architettonico che esprime in modo evidente il rapporto tra Chiesa e comunità.
Le oltre 150 chiese scavate nella roccia dai nostri antenati, con le loro testimonianze iconografiche, sono uno straordinario segno di fede, e sono al tempo stesso le radici della nostra cultura. Costituiscono un legame manifesto e indissolubile con l’identità di questi luoghi.
Oggi, con la loro valorizzazione, sono diventate fattore di sviluppo e rappresentano quindi non solo i simboli di un antico passato, ma anche un fattore per continuare a costruire il nostro futuro.
La nostra, infatti, è una comunità accogliente e operosa, tenace, che non si arrende fino al superamento di ogni avversità. Una comunità che ha saputo custodire con orgoglio le proprie radici e che guarda con fiducia al futuro, forte del suo patrimonio culturale e umano. I Sassi sono simbolo di dignità e di rinascita, e testimoniano una città capace di risorgere, di trasformarsi e di aprirsi al mondo, senza perdere la propria anima.
Matera, la Gerusalemme dell’immaginario Hollywoodiano, è soprattutto “Capitale” culturale: è una città simbolo del riscatto del Sud, un luogo che con la sua forza riesce a soverchiare le sue stesse contraddizioni, in grado di creare, pur nelle difficoltà, un destino sempre nuovo.
Città antica e radicata nella spiritualità più autentica, è da sempre terra di dialogo, accoglienza e fede. Nel 2026 sarà “Capitale Mediterranea della Cultura e del Dialogo”, rappresentando nuovamente l’Italia in un contesto internazionale quantomai importante in un periodo storico come questo. Dialogo e cultura, parole che appartengono ai materani, e che siamo certi sapremo coniugare insieme, per condividerne i valori con i nostri ospiti provenienti da tutto il mondo.
Ma Matera non è solo i Sassi, il nostro “luogo” per eccellenza, che dobbiamo proteggere e tutelare dalle veloci trasformazioni portate dal turismo e dallo sviluppo contemporaneo. Matera è molto altro. Conoscerà presto la “verità” dei nostri quartieri e dei nostri borghi, dove albergano certo contraddizioni, difficoltà e disagio, ma dove vive la fede più autentica, lo spirito di solidarietà, dove sopravvivono ancora i valori del “vicinato” che ci hanno tramandato i nostri padri.
Materia e spirito, sapienza e operosità, sono gli elementi che emergono dalla nostra antica civiltà: il “paesaggio culturale” costruito da un popolo che ha dimostrato, attraverso i millenni, la sua capacità di essere una vera “comunità”.
Questa comunità attendeva il suo Pastore. La Sua nomina e il Suo insediamento oggi sono motivo di grande gioia e fiducia per tutti noi, quale segno di nuova rinascita e di rinnovamento per la Chiesa locale e per tutto il nostro territorio.
In questo contesto ricco di storia e significato, l’arrivo del nuovo Arcivescovo rappresenta un bellissimo momento di beneficio e di rinnovamento. Siamo certi che la Sua guida spirituale saprà rafforzare i legami tra la Chiesa e la città, promuovendo quei valori di solidarietà, giustizia, ascolto e vicinanza agli ultimi che sentiamo profondamente nostri.
Il Comune di Matera è pronto a collaborare con Lei e con l’intera Arcidiocesi, all’insegna di un dialogo che sarà sincero e costruttivo, nonché fondato sul rispetto reciproco, per affrontare le sfide sociali e morali del nostro tempo e quelle che ci attendono, al fine di costruire insieme un futuro di pace, giustizia e prosperità per tutti i cittadini, unendo le forze verso un progetto di comunità autentica.
Pertanto, nell’esprimerle tutta la nostra fiducia e collaborazione nel suo ministero pastorale del nostro territorio, Le auguro di poter essere la guida illuminata della nostra comunità spirituale nella promozione dei valori cristiani, e una presenza costante nella vita di tutti noi, certi che insieme potremo continuare a costruire una Matera ancora più giusta, solidale e aperta.
Benvenuto, Eccellenza. Che il Suo servizio pastorale sia per tutti noi fonte di ispirazione e di speranza“.

Il saluto di Mons. Benoni Ambarus alle autorità
Egregio sindaco Antonio Nicoletti, Sua Eccellenza, dottoressa Cristina Favilli, egregi sindaci dei comuni del territorio diocesano, distinte autorità civili e militari! Vi ringrazio di cuore per il saluto che mi avete rivolto, per l’accoglienza che mi avete riservato, per la grande apertura di fiducia e di collaborazione che avete manifestato.
Ad un primo sguardo, potrebbe sembrare che in questo momento si stiano incontrando e si accolgano i rappresentanti di due dimensioni diverse del convivere umano: la città civica, cittadina, pubblica e laica, e la città “religiosa” con i suoi aspetti di spiritualità fede e tradizione. Due dimensioni che si rispettano, si accolgono, collaborano, nella diversità e nell’autonomia specifica.
Invece, mi piace pensare che non è così. Non perché non siano separate le due dimensioni, bensì perché l’umano vivere è una realtà ed un patrimonio comune. Voi, amministratori del bene comune, siete al servizio dei cittadini; noi, come Chiesa, viviamo al servizio delle persone. Che è la stessa cosa: insieme siamo una comunità.
In un’ottica di lettura credente della realtà, la città, il convivere umano ha una dimensione visibile, fatta di persone, di obiettivi comuni e di convivenza pacifica per il benessere di tutti. Ma, parallelamente e, a volte, in modo inconsapevole per molti, esiste una dimensione trascendentale, che non si vede, che però è altrettanto vera e consistente: lo spirituale, la vera identità della persona umana, che noi crediamo sia di figli di Dio ed eredi del Regno dei cieli.
La Chiesa, fatta di uomini e donne di oggi, incarnati nella vita e nella società, si impegna insieme a tutti i cittadini per il bene comune, ma non dimentica la parte dello spirito, come parte integrante ed essenziale per avere un senso pieno della vita umana.
Vorrei dire che i cristiani sono, e dovrebbero esserlo sempre più, degli incontentabili sulla realtà della nostra città, degli inguaribili collaboratori per l’umano convivere. Ed è per questo che non ci rassegniamo di fronte alle difficoltà e sentiamo i le persone fragili come nostri prediletti, coloro che vivono qualsiasi tipo di fragilità e di difficoltà. Perché hanno bisogno di essere nutriti e rafforzati per la vita, ma anche di senso di vita. Siamo degli incontentabili perché non ci vogliamo limitare a dare anni alla vita umana, ma pienezza e senso di vita agli anni. Altrimenti non si trovano sufficienti motivi per un vivere umano sereno.
In conclusione, a voi amministratori, assicuro che saremo collaboratori leali per il bene comune, perseguendo sempre più il tutto con criteri di giustizia e non di elemosina, di uguaglianza e non di prepotenza, di attenzione e non di distrazione, né tantomeno di interessi personali. Ma è altrettanto ovvio, e sono sicuro che su questo siamo d’accordo, che la collaborazione è e rimane anche sul registro della franchezza e della vigilanza profetica.
Grazie per quello che fate nel vostro servizio quotidiano, per la generosità del vostro lavoro, tante volte poco riconosciuto e gratificato. Vi assicuro che al Signore non sfugge nessun vostro gesto di bene e di umanità autentica. E più i gesti sono piccoli e sconosciuti, più al Signore sono preziosi!“

Prima di raggiungere la Cattedrale per la celebrazione aucaristica, Mons. Ambarus ha fatto visita alla Casa Circondariale di Matera e agli ospiti della residenza per anziani “Mons. Brancaccio”, dove ha incontrato ospiti e personale. Subito dopo, ha visitato la mensa “don Giovanni Mele”, dove ha pranzato insieme agli ospiti.
Domani, domenica 20 luglio, Mons. Ambarus alle 11.00, nella Concattedrale di Irsina, presiederà una Concelebrazione Eucaristica partecipata dai fedeli della comunità locale.
Nel pomeriggio, alle 17.00, sarà a Tricarico dove visiterà la Casa per anziani “Mons. Raffaello Delle Nocche”.
Alle 18.30, in Piazza Garibaldi a Tricarico, saluterà autorità civili e militari.
La giornata si concluderà alle 19.00 con la Solenne Celebrazione Eucaristica di inizio Ministero Episcopale nella Cattedrale di Tricarico.

Chi è il nuovo Vescovo di Matera
Monsognor Benoni Ambarus è stato, insieme al vescovo di Lecce, mons Angelo Raffaele Panzetta, il primo prelato nominato da Papa Leone.
Arriva dal Vicariato di Roma, dove era vescovo ausiliare per l’ambito della diaconia della carità.
Nato a Somusca-Bacau in Romania il 22 settembre 1974, “don Ben” – come tutti affettuosamente chiamano monsignor Ambarus – ha frequentato il Seminario di Iaşi (Romania) e a partire dal novembre 1996 ha continuato la formazione seminaristica nel Pontificio Seminario Romano Maggiore.
Nel 2001 ha conseguito la Licenza in Teologia Dogmatica presso la Pontificia Università Gregoriana di Roma. Il 29 giugno 2000 è stato ordinato sacerdote per la diocesi di Iaşi (Romania) e poi incardinato in quella di Roma nel 2007.
Tra i vari incarichi ricoperti nella diocesi di Roma, ricordiamo quelli di assistente nel Seminario Maggiore, collaboratore parrocchiale e poi vicario parrocchiale a San Frumenzio ai Prati Fiscali; vicario parrocchiale a Santa Maria Causa Nostrae Laetitiae a Torre Gaia (2010-2012); parroco dei Santi Elisabetta e Zaccaria a Valle Mauricana (2012-2017).
Monsignor Ambarus è stato prima vice direttore e poi direttore della Caritas diocesana di Roma. È stato nominato ausiliare per la diocesi di Roma il 20 marzo 2021 e ordinato vescovo il 2 maggio 2021. E’ diventato cittadino italiano soltanto lo scorso 28 marzo.
“In tanti anni di servizio nella diocesi di Roma, si è occupato degli ultimi – ha sottolineato il cardinale Reina, annunciando la nuova nomina – Lo abbiamo sempre visto laddove l’umanità è sofferente. Ha permesso alla diocesi di Roma di respirare con il polmone della carità e del bene”.