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Letto E’ morto l’operaio di Pignola schiacciato da una pressa il 9 giugno scorso
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E’ morto l’operaio di Pignola schiacciato da una pressa il 9 giugno scorso

Ls reazioni dal mondo sindacale e dalla politica

Redazione 15 Giugno 2025
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Ferdinando Roma, 35enne di Pignola è morto nel reparto di rianimazione dell’ospedale San Carlo di Potenza dove era ricoverato dal 9 giugno scorso.

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Roma era stato trasportato in condizioni gravissime dopo che era stato schiacciato da una pressa mentre lavorava nell’azienda PM gruppo di Tito Scalo, nella provincia del capoluogo di regione lucano.

La notizia è appena arrivata dall’ospedale San Carlo dove l’uomo, sposato e padre di due figli, era stato sottoposto ad un intervento chirurgico alla testa e ad un braccio.

Dal nosocomio cittadino da subito hanno spiegato che le condizioni di Roma erano critiche. Sulla dinamica dell’incidente sono in corso accertamenti per risalire alle responsabilità e per ricostruire la dinamica dei fatti.

Il primo cittadino di Pignola, Antonio De Luca, contattato telefonicamente ha detto: “Con profonda commozione e immenso dolore, a nome mio personale, dell’Amministrazione comunale e dell’intera comunità di Pignola, esprimo il più sentito cordoglio per la tragica scomparsa di Ferdinando Roma.

La notizia ci lascia sgomenti e ci colpisce nel profondo del cuore. È una ferita lacerante per tutta la nostra comunità, che oggi si stringe con sincera vicinanza attorno alla sua famiglia, ai suoi amici e a tutti coloro che gli volevano bene”.

Sull’accaduto il segretario generale della Basilicata della Uil, Vincenzo Tortorelli, ha parlato del “settimo lavoratore che ha perso la vita sul posto di lavoro, in Basilicata dall’inizio dell’anno, in circostanze inaccettabili. Ferdinando – ha aggiunto Tortorelli – non tornerà a casa, e questo è un fallimento per tutti. Chiediamo – ha concluso – verità, giustizia e impegni concreti.

Per il segretario generale di Potenza della Cgil, Vincenzo Esposito “Di fronte a questa continua strage non si può tacere. Chiediamo con forza che la sicurezza sul lavoro torni ad essere la priorità del governo nazionale e regionale”. In Basilicata – ha aggiunto Esposito – è poi urgente rendere attivo l’Osservatorio regionale sulla tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro

“«L’ennesimo infortunio mortale richiama tutti al senso di responsabilità e all’impegno collettivo per porre fine a questa inaccettabile scia di sangue Siamo di fronte a un’emergenza straordinaria che continua a mietere vittime innocenti.
Occorre – afferma il segretario generale della Cisl Basilicata, Vincenzo Cavallo potenziare gli organismi ispettivi e di controllo, ma è anche necessario mettere in campo interventi strutturali per la prevenzione e la diffusione della cultura della sicurezza. Per questo consideriamo fondamentale la partecipazione dei lavoratori alla vita delle imprese come leva per rafforzare la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro e prevenire il ripetersi di queste tragedie».

La morte di Ferdinando Roma – sottolinea Gerardo Evangelista, segretario della FIM CISL – rappresenta l’ennesima sconfitta per la società e per tutti coloro che hanno a cuore il mondo del lavoro. Ferdinando, come tante altre vittime sul lavoro, è il termometro di un sistema che va profondamente ripensato. Non possiamo continuare a contare feriti, invalidi e morti come se fossero numeri.”
“Servono soluzioni nuove, efficaci, basate su prevenzione reale, formazione, investimenti mirati e anche tecnologie come l’intelligenza artificiale. Non è ammissibile morire sul lavoro, soprattutto in una terra come la nostra dove il lavoro manca.”

“Ad ogni morte sul lavoro il cordoglio profondo che viene espresso è giusto e umano. 
Ma – afferma Piero Lacorazza, Capo Gruppo Pd in Consiglio regionale -questo cordoglio, con l’ultima tragedia che ha colpito Ferdinando Roma e la sua famiglia, deve trasformarsi in un impegno che chiami a responsabilità tutti gli attori istituzionali e sociali per una Agenda di politiche che azzeri infortuni e morti sul lavoro. Verso questo obiettivo ogni nostra azione deve tendere”.

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