ROMA – È stata pubblicata la Relazione sull’attività svolta e risultati conseguiti dalla Direzione Investigativa Antimafia nel 2024, presentata dal Ministro dell’Interno al Parlamento e relativa all’analisi sui fenomeni di criminalità organizzata di stampo mafioso in tutte le Regioni italiane.
Per quanto riguarda la Basilicata, dalla Relazione emerge risenta fortemente dell’influenza criminale delle matrici mafiose originarie dei territori regionali confinanti.
Si tratta di una regione caratterizzata da un’economia relativamente debole ma le cui potenzialità – legate alla sua posizione geografica, alle risorse naturali e al patrimonio culturale – alimentano gli interessi delle consorterie criminali, soprattutto delle regioni limitrofe.
La Regione riveste un ruolo strategico nel settore energetico grazie alla produzione di idrocarburi, che rappresenta una delle principali risorse economiche locali. Gli altri settori portanti dell’economia regionale sono quello agroalimentare, il comparto agricolo, quello dell’industria automobilistica tramite il polo di Melfi e, da ultimo, il settore turistico che, sebbene limitato rispetto ad altre regioni, è favorito soprattutto dalla città di Matera, patrimonio dell’UNESCO, che continua ad attrarre visitatori anche stranieri.
Il territorio della Basilicata si presenta suddiviso in 2 macroaree: l’entroterra potentino, caratterizzato da realtà urbane meno sviluppate demograficamente ed economicamente e l’area costiera materana, al confine con Puglia e Calabria, a forte vocazione agricola e turistica. Le interdittive antimafia si concentrano, soprattutto, nel settore edilizio e in quello delle costruzioni.
Provincia di Potenza
Nel centro di Potenza risulterebbe operativa l’associazione mafiosa dei MARTORANO-STEFANUTTI, in collegamento con il clan GRANDE ARACRI di Cutro (KR), che ha esteso nel tempo i propri interessi oltre che in Basilicata anche in Emilia Romagna, soprattutto nel campo dell’installazione e della gestione di slot machines, nel traffico delle stupefacenti e delle armi da fuoco, nelle attività estorsive e di recupero crediti verso imprenditori vittime di usura e, ancora, nel settore eolico. Le capacità di infiltrazione della predetta consorteria mafiosa nei settori legali dell’economia sono evidenti.
È emblematico, in questo senso, il caso di 2 società, con sede a Potenza, raggiunte da un provvedimento interdittivo antimafia per contiguità al clan, che sono riuscite ad aggiudicarsi appalti per la fornitura di servizi di pulizia in diverse regioni italiane10, prevalentemente presso amministrazioni pubbliche, per un importo complessivo di oltre 32 milioni e mezzo di euro.
Un provvedimento amministrativo di prevenzione collaborativa ai sensi dell’art. 94 bis del Codice Antimafia è stato emesso nei confronti di una società, con sede a Potenza, operante nel settore della costruzione di edifici, per contiguità dell’ex socio di maggioranza e amministratore unico con l’associazione mafiosa MARTORANO STEFANUTTI.
Ed ancora, due provvedimenti di rigetto dell’istanza di iscrizione nella white list provinciale con carattere di informazione antimafia interdittiva sono stati emessi nei confronti di altrettante società con sede a Potenza, operanti nel settore della cantieristica e sistemazione del territorio e in quello della locazione immobiliare, per contiguità dell’amministratore e/o soci con la consorteria in parola e, nel caso di una delle società suddette, con altro clan della provincia di rilevante spessore criminale (sodalizio RIVIEZZI).
A Melfi è radicata l’associazione mafiosa DI MURO-DELLI GATTI, attiva anche nelle località limitrofe e con propaggini operative fuori dai confini regionali, nello specifico in Puglia. Dedita per lo più ai reati predatori, all’usura, all’attività estorsiva ai danni di imprese e alla gestione del traffico di stupefacenti.
Le evidenze investigative hanno dimostrato che tale associazione mafiosa, avvalendosi della forza intimidatrice, è riuscita ad assumere il controllo, anche monopolistico, di attività economiche lecite nel mercato lucano e pugliese.
Gli atti investigativi documentano, altresì, come l’organizzazione sia dotata di armi e di un sistema di sostegno economico alle famiglie dei sodali in carcere, nonché a quelli in stato di latitanza
L’infiltrazione nell’economia legale dell’associazione mafiosa DI MURO-DELLI GATTI è dimostrata dall’emissione di un’interdittiva nei confronti di un consorzio turistico con sede nella provincia di Potenza, attesi i rapporti economici con una società nei confronti della quale era stato già emesso provvedimento nel 2023, nonché per i legami di soci e membri del comitato direttivo e di una consorziata con l’associazione mafiosa in parola. Nel comune di Melfi risulterebbe operativo anche il clan CASSOTTA che esercita la propria influenza anche nei comuni di Rionero nel Vulture e Venosa. Attivo nel traffico di stupefacenti e delle estorsioni finalizzate al recupero crediti, sarebbe contrapposto al sodalizio criminale dei DI MURO-DELLI GATTI.
Sodalizi criminali di rilevante spessore criminale e sotto costante attenzione investigativa sono: i RIVIEZZI, a Pignola, aventi collegamenti con la criminalità organizzata calabrese, tra cui la ‘ndrina MACRI-COMISSO di Siderno (RC) e IAMONTE di Porto Salvo (RC), per i quali le evidenze investigative farebbero intravedere una contrapposizione con i MARTORANO-STEFANUTTI, ma anche i BARBETTA, federati ai DI MURO, a Rionero in Vulture, Melfi e Rapolla, dediti prevalentemente ai reati connessi agli stupefacenti.
Significativi sono i provvedimenti antimafia che dimostrano come anche le altre matrici mafiose (‘ndrangheta, camorra e mafie foggiane) denotino interessi per i settori dell’economia legale lucana, infiltrandosi in società con sede in Basilicata (per gli ulteriori dettagli si rimanda al box di approfondimento sui provvedimenti interdittivi prefettizi).
Il 29 febbraio 2024 a Polla, la DIA e i Carabinieri hanno eseguito, a conclusione dell’operazione “Atlante”, un’ordinanza di custodia cautelare personale e reale nei confronti di 11 persone ritenute a vario titolo responsabili di traffico illecito internazionale organizzato di rifiuti, condotto attraverso l’utilizzo di documenti materialmente e ideologicamente falsi, intestazione fittizia di beni, sottrazione fraudolenta al pagamento delle imposte ed altro. Inoltre, è stato disposto il sequestro preventivo, anche nella forma per equivalente, finalizzato alla confisca dei beni e delle aziende corrispondenti al profitto dei reati ascritti nei confronti degli indagati e delle società coinvolte, per un valore complessivo pari a quasi 2,8 milioni di euro. Gli atti investigativi hanno documentato un traffico di circa 8 mila tonnellate di rifiuti speciali tra una società di Polla (SA) e una società tunisina, con il coinvolgimento di funzionari della Regione Campania, commesso tra il 2019 e 2020.
Il 21 marzo 2024 a Palazzo S. Gervasio, la Guardia di finanza ha eseguito una misura cautelare13 nei confronti di 4 persone ritenute responsabili a vario titolo di detenzione e cessione illecita di stupefacenti. Gli atti giudiziari hanno documentato che gli indagati si approvvigionavano in Cerignola (FG) di stupefacente del tipo hashish e marijuana che successivamente veniva venduto a vari acquirenti dimoranti nel comune lucano.
Il 5 Giugno 2024 a Potenza, la Polizia di Stato ha eseguito un provvedimento cautelare e sequestro preventivo finalizzato alla confisca nei confronti di un soggetto, ritenuto intraneo all’associazione mafiosa MARTORANO-STEFANUTTI, e di altri due indagati, tutti accusati di peculato nella gestione di un’agenzia di onoranze funebri. Il predetto, secondo la prospettazione dell’accusa, riusciva, con la complicità dell’amministratore giudiziario, a gestire di fatto i beni aziendali di cui era stato spossessato in forza di un provvedimento di sequestro nell’ambito di un procedimento di prevenzione.
L’11 novembre 2024 a Sala Consilina (SA) e Potenza, i Carabinieri e la Guardia di finanza hanno dato esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di 8 indagati, ritenuti responsabili in concorso di traffico e detenzione di stupefacenti, truffa, intestazione fittizia di beni, riciclaggio, autoriciclaggio, corruzione e concussione. L’organizzazione, stanziata a Sala Consilina (SA), era attiva nel traffico di stupefacenti di vario genere (hashish e cocaina) in quel centro e all’interno della Casa Circondariale di Potenza, ove era recluso il capo dell’organizzazione. Le indagini hanno documentato che l’organizzazione, al fine di rafforzare le proprie capacità e disponibilità economiche, riciclava i proventi illeciti, originati dalla commercializzazione della droga, mediante la costituzione di società e rapporti finanziari intestati fittiziamente a prestanome, al fine di schermare la diretta riconducibilità dei cespiti. Inoltre, gli inquirenti hanno censito numerose truffe aggravate ai danni dell’INPS, realizzate per mezzo delle citate società presso le quali, in maniera surrettizia, venivano effettuate fittizie assunzioni di lavoratori (per lo più di detenuti ristretti presso il Carcere di Potenza) a favore dei quali l’Ente previdenziale corrispondeva una serie di indennità in realtà non dovute, con conseguente realizzazione di illeciti profitti, in gran parte poi erogati al sodali-zio. Contestualmente è stata data esecuzione ad un decreto di sequestro preventivo finalizzato alla confisca diretta, pari a circa 70 mila euro, ritenuti prodotto e profitto dei reati contestati.
Provincia di Matera
L’area costiera della provincia di Matera ha subito nel tempo l’influenza criminale dei gruppi tarantini che, lungo la fascia ionica, hanno costituito un asse criminale con gruppi autoctoni e i clan calabresi. Sulla litoranea jonica della provincia di Matera e, in particolare, a Policoro, opera l’associazione mafiosa degli SCARCIA che, da recenti risultanze investigative, è risultata essere alleata con cosche “storiche” della ‘ndrangheta calabrese (clan PESCE, BELLOCCO, PISANO, ABBRUZZESE) nel traffico di stupefacenti, così come emerge dagli esiti dell’operazione Faust. Il clan SCHETTINO-PORCELLI, stanziato su Scanzano Jonico e con propaggini su alcuni Comuni della provincia di Matera, ha una struttura piramidale con stringente suddivisione dei ruoli ed è dotato di armi. E attivo nelle estorsioni e nel traffico di stupefacenti con canali di approvvigionamento in Calabria, Campania e Puglia e collabora anche con soggetti di etnia albanese stanziati in Italia. Recenti investigazioni giudiziarie hanno disvelato la propensione di questo gruppo criminale all’infiltrazione nel settore del movimento terra, dei servizi, del turismo e dell’intrattenimento. Altro gruppo a connotazione mafiosa è quello degli SCARCI, originari di Taranto ma con ramificazioni a Scanzano Jonico (MT). Altri sodalizi sotto costante attenzione investigativa sono quelli dei MITIDIERI, originari di Policoro e dei RUSSO su Tursi nonché i PASCARELLI-CALVELLO a Stigliano. Gli interessi della criminalità locale nel settore della ristorazione sono dimostrati da un’interdittiva antimafia emessa nei confronti di un’impresa individuale con sede nella provincia, operante nell’attività della ristorazione, attesa la contiguità del titolare con la criminalità organizzata mafiosa locale (clan SCHETTINO-PORCELLI). Un’ulteriore interdittiva antimafia è stata emessa nei confronti di una società con sede nella provincia di Matera, operante nel medesimo settore, attese le contiguità degli amministratori con il sodalizio MITIDIERI e con l’associazione mafiosa SCARCIA. E ancora, un’ulteriore interdittiva antimafia è stata emessa nei confronti di una ditta individuale operante nel settore della ristorazione ambulante, per i molteplici pregiudizi sul conto del titolare, nonché per la sua contiguità con l’associazione mafiosa SCARCIA e con il sodalizio MITIDIERI.
Il 24 aprile 2024 a Policoro, la Polizia di Stato ha eseguito una misura cautelare20 nei confronti di 24 persone ritenute responsabili di traffico e spaccio di stupefacenti del genere hashish e marijuana, e numerosi altri reati (violenze, minacce, intimidazioni e incendi dolosi).
Il 2 ottobre 2024 la DIA di Potenza, unitamente alla Polizia di Stato di Taranto, dei Carabinieri e della Guardia di finanza hanno dato esecuzione a 21 decreti di fermo emessi dalla DDA di Potenza, a carico di soggetti appartenenti a due distinti sodalizi mafiosi operanti sul litorale ionico ovvero il locale clan SCARCIA e il clan SCARCI di Taranto, per reati quali estorsione, illecita concorrenza, detenzione e porto di esplosivi ed armi.
Il 24 novembre 2024 nell’ambito dell’operazione “Mare nostro”, la DIA unitamente a Carabinieri, Guardia di finanza e Polizia di Stato, ha dato esecuzione ad una misura cautelare nei confronti di 3 soggetti, appartenenti al clan SCARCIA, ritenuti responsabili di associazione per delinquere di tipo mafioso, estorsione, illecita concorrenza detenzione e porto di armi ed esplosivi.