Sabato 2 novembre 2024 – Oggi, 2 novembre, nel Sacrario Militare del Cimitero Monumentale di Potenza ha avuto luogo, come ogni anno, la cerimonia di commemorazione dei Caduti di tutte le guerre.
La solenne ricorrenza si è svolta alla presenza delle locali Autorità civili e militari che, unitamente ad una nutrita rappresentanza delle varie Associazioni Combattentistiche e d’Arma, sono intervenute per la cerimonia.
Per l’occasione è stata celebrata una Santa Messa in suffragio presieduta da Sua Eccellenza Monsignor Davide Carbonaro, Vescovo dell’Arcidiocesi di Potenza – Muro Lucano – Marsico Nuovo, e concelebrata dal Cappellano Militare Don Giovanni Caggianese, sacerdote collaboratore per l’assistenza spirituale al personale del Comando Legione Carabinieri “Basilicata”.
La celebrazione dei Santi Misteri con gli onori militari resi da un picchetto armato interforze a chi si è immolato per la Patria e il bene comune è culminata con il momento, particolarmente evocativo e sentito, della deposizione di una corona di alloro ad imperituro ricordo dell’intramontabile coraggio e nobiltà d’animo di quegli Eroi.
L’omelia di S.E. Carbonaro
Oggi noi siamo qui per fare memoria non della morte ma della resurrezione che – che ha detto S.E. Carbonaro – è sua nemica giurata. Ogni anno veniamo a visitare le tombe dei nostri cari e non accettiamo la loro e la nostra sorte. Sappiamo che i loro corpi sono nelle tombe.
Come stride questo con l’annuncio dato nel Vangelo alle donne il mattino di Pasqua venuti anche esse a rendere omaggio al corpo di Gesù segnato dalla morte e dalla violenza.
Non è qui, la tomba è vuota.
La resurrezione di Gesù – ha proseguito – è il punto nevralgico della storia e il nuovo inizio di tutte le cose e la risposta alle parole del profeta Giobbe che vorrebbe incidere nella sua pelle dilaniata dalla corruzione una parola nuova.
Io so che il mio redentore è vivo e senza la mia carne lo vedrò.
E’ una primitiva professione di fede nella resurrezione dei corpi che la fede ebraica matura in tempi tardivi quando la tradizione sapienziale del mondo ebraico si incontra con la filosofia greca e rimane affascinata dal concetto dell’immortalità dell’anima ma non perde la sua professione dell’unità corporale.
Oggi dobbiamo accostare le tombe dei nostri cari e di quanti abitano nel nostro cuore e contemporaneamente nel cuore di Dio.
Il padre di Gesù non ci ha destinati persone la morte ma per il suo braccio di amore che è eterna
Con San Francesco – ha detto ancora S.E. Carbonaro – non dobbiamo temere sorella morte ma dobbiamo temere che la nostra vita terrena sia morta segnata dall’indifferenza verso il prossimo, votata all’odio e alla violenza divisa in se stessa e incapace di opere buone temi più questa morte del cuore che ti impedisce quando sei qui di andare oltre quello che vedi.
Chiedi oggi al Signore di avere una vita riconciliata.
Il tuo ricordo dei volti delle persone care che sono qui diventi preghiera. Siamo in profonda comunione con i nostri fratelli defunti e quello che nella nostra professione di fede cristiana chiamiamo comunione dei Santi. Una straordinaria alleanza solidale tra noi che viviamo nel nostro pellegrinaggio terreno con la speranza del Vangelo e i nostri fratelli e sorelle defunti.
Altri ostinati nel rifiuto dell’amore di Dio per loro scelta sono lontani da lui anche dopo la morte e si sono scavati un abisso profondo e gelido incolmabile e inaccessibile.
Dio non caccerà mai nessuno da sé ci ha ricordato il Vangelo tutto ciò che il Padre mi dà viene a me e io lo risusciterò nell’ultimo giorno”.