Giovedì 3 agosto 2023 – “Curare è prendersi cura della persona e riportarla in una dimensione personale adeguata”.
Questo il motto che ha accompagnato la celebrazione del diciassettesimo anno di fondazione del Centro Regionale per la Cura dei Disturbi dell’Alimentazione e del Peso di Chiaromonte afferente all’Azienda Sanitaria Locale di Potenza.
Il Centro, nato il 2 agosto del 2006, si occupa di tutti quei disagi psichici e fisici legati in particolare a problematiche sommerse come la bulimia, l’anoressia, l’obesità e lo fa con due tipologie di intervento: la formula residenziale con ricoveri fino a sei mesi e la formula ambulatoriale.
Dopo gli anni della pandemia legata al Covid-19, si è tornati dunque in presenza accogliendo anche le famiglie dei ragazzi ospiti del centro, che a fine celebrazione hanno messo in scena una rappresentazione teatrale sul “Disturbo”: messo in luce tutto ciò che è connotato nel disagio in termini di depressione, rabbia, ansia, introversione, chiusura verso il mondo e verso l’altro.
Presenti l’Assessore Regionale alla Sanità Francesco Fanelli e il Direttore Generale della Asp Basilicata Antonello Maraldo che hanno manifestato la loro vicinanza e attenzione ai degenti che combattono con tale problematica.
Nel 2022 i ricoveri residenziali sono stati cinquantacinque per un margine temporale massimo di 5 mesi. Il 60% pazienti provenienti proprio dalla Basilicata ed in percentuale variabile da Calabria e Campania.
Il maggior disturbo per cui è stato proposto il ricovero è stata l’anoressia nervosa. Il percorso ambulatoriale integrato multidisciplinare ha visto la presa in carico di cinquantasei pazienti di cui quarantacinque lucani.
Il percorso Obesità ha invece preso in carico centosedici pazienti, quasi tutti lucani. Nel primo semestre dell’anno in corso, in residenza vi sono stati 34 pazienti di cui l’ottanta per cento lucani. In ambulatorio integrato la presa in carico è stata di trentacinque pazienti mentre nell’ambito Obesità sono attualmente in carico settantasei pazienti. Si è abbassata l’età anagrafica scesa a dodici anni, imponendo un cambio di passo anche nell’approccio alle terapie. Motivo per cui è stata necessaria anche una riconversione delle attività, essendo passati dal doversi rapportare non con la razionalità degli adulti ma con l’impulsività dei minori.
Punto centrale del ‘Gioia’ è l’attività multidisciplinare integrata che vede lavorare a stretto contatto dietisti, psicologi, medici, internisti, pediatri, nutrizionisti, psicoterapeuti, neuropsichiatri infantili.
Fondamentali anche le attività riabilitative come la musicoterapia o l’art-therapy, lo shiatsu e l’olistica che se pur esulano dall’ambito sanitario, restano momento di sblocco emotivo emozionale per realizzare a pieno la consapevolezza di sé e riappropriarsi della propria individualità”.